Di Angelo Tortora 

 

Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, al termine della cerimonia di traslazione delle spoglie dell’ex ministro e segretario della Dc, si è così espresso:

“Da uomo mite e rigoroso, Fiorentino Sullo ci lascia questa grande eredita’: nella vita conta la coerenza e la politica che si riduce a praticismo e rinuncia a trasmettere i valori e’ una politica che non vale nulla. Stiamo attenti perche’ la nostra democrazia si sta riducendo a un guscio vuoto, privo di valori fondamentali”. “Sullo e’ tra gli esponenti piu’ prestigiosi di una classe dirigente che ha onorato l’Italia nel dopoguerra – aggiunge – e ha rappresentato uno degli esempi piu’ autorevoli di una politica fatta di cultura e valori”. De Luca ricorda alcune delle battaglie fatte da Sullo per il territorio irpino e per la Campania, ma anche le proposte di legge sull’urbanistica e sull’istruzione. “Lo ricordiamo per la sua capacita’ politica – rimarca – ma anche per la sua coerenza. E’ stato uno dei pochissimi ministri ad avere il coraggio di dimettersi quando la sua presenza nel Governo confliggeva con la sua coscienza. Un esempio da trasmettere alle nuove generazioni, in un momento in cui la coerenza e’ diventata un disvalore”. Eletto per la prima volta ministro nel 1960, nel controverso Governo Tambroni, per non contravvenire ai suoi ideali antifascisti Sullo lascio’ il suo incarico dopo che l’Esecutivo ottenne la fiducia del Movimento sociale italiano. Per altri resta invece il ministro delle riforme mancate. Su tutte quella urbanistica, con la proposta di legge che porta il suo nome, pensata per porre fine alla spirale speculativa degli anni ’60 e all’espansione incontrollata delle grandi citta’, ma osteggiata dai proprietari terrieri che, grazie ai loro agganci politici e a campagne giornalistiche per screditare Sullo, ne impedirono l’approvazione. Dopo essere finito ai margini della coalizione nata tra Dc e socialisti, Sullo torno’ al Governo nel 1968 come ministro dell’Istruzione e, anche alla guida di questo dicastero, mostro’ la sua capacita’ di anticipare i tempi. Alcune delle sue riforme sono ancora in vigore e, tra le tante cose, cambio’ l’esame di maturita’ e istitui’ il diritto di assemblea. Non perse mai il contatto con il suo territorio: all’inizio della sua carriera politica amava girare per tutti i comuni irpini in bicicletta e, da ministro, cercava di ricevere tutti, tanto che le anticamere per parlare con lui erano lunghissime. All’apice della carriera politica, si dimostro’ capace di imporre le sue scelte, come la modifica del percorso dell’autostrada A16, che grazie a lui oggi passa anche per Avellino e Benevento. Dette forma e sostanza alla Dc, finche’ non arrivarono De Mita e i Magnifici sette, che lo portarono ad allontanarsi dalla ‘sua’ creatura. Si guadagno’ stima e rispetto anche nel breve periodo della sua vita trascorso a Salerno, gia’ affetto da diabete. Si racconta infatti che un giovane Vincenzo De Luca, da sindaco di Salerno, fece fermare la processione del santo patrono per rendere omaggio a Sullo. Un aneddoto ricordato oggi ad Avellino proprio dal presidente della Regione, che ne ha elogiato la coerenza e i valori politici. Prima di lui, Gianfranco Rotondi ha definito la cerimonia di traslazione delle spoglie un “gesto storico”, perche’ “si tratta dell’ultimo funerale di un padre costituente, seppur differito di 25 anni”. Terminato il rito religioso, il feretro e’ partito feretro verso il cimitero di Avellino, per l’ennesimo arrivederci dello statista dalle tante vite in una.

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