Di Angelo Tortora 

 

“Quando abbiamo pensato di fare un progetto, abbiamo fatto un concorso internazionale di idee per la sede della Regione, puntando ad avere tre cose insieme. Siccome Napoli non ha un grande patrimonio di architettura contemporanea, non ha quasi niente, volevamo realizzare un edificio che fosse anche un simbolo per la Napoli moderna. Un’opera di grande architettura contemporanea”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca all’inaugurazione della nuova sede dell’Ordine degli architetti a Napoli, riferendosi al progetto del nuovo grande edificio della Regione Campania alle spalle di Piazza Garibaldi la cui realizzazione sembra essere messa in dubbio da Roberto Fico, candidato del centrosinistra alle prossime elezioni Regionali. “I progettisti – ha sottolineato De Luca – hanno immaginato questo simbolo moderno per Napoli, il Faro, che se vedete il progetto cerca di dialogare un po’ con il Vesuvio, e in più si realizza una bellissima area verde, un parco pubblico davanti al Ramada. E Santo Dio, e se qui per ogni grande progetto che fai ti devono far venire il cancro al fegato”. “La vostra professione – ha detto De Luca agli architetti – vi consente di muovervi in diverse direzioni. Quella tecnica, sicuramente, la progettazione, la realizzazione di opere, quella del lavoro. L’Italia è un paese che rinuncia quasi programmaticamente a un 1,5-2 % di Pil perché è un Paese nel quale la trasformazione urbana è impossibile. Avete un altro privilegio perché dentro la vostra attività ovviamente qui interviene un elemento di qualità, di creatività, c’è la possibilità di creare nuova identità, un’opera di architettura importante non crea solo lavoro, non crea solo economia, ma identità moderna, senso di appartenenza. Ci sono città d’Europa nelle quali all’architettura contemporanea è legata l’identità stessa della città. Parigi, Berlino, Londra, Bilbao, Barcellona, noi abbiamo avuto storicamente un grande rapporto con la cultura urbanistica soprattutto più che architettonica spagnola, ma ci sono città che hanno cambiato non solo il loro volto, ma hanno cambiato l’identità stessa di quelle comunità. Sembra incredibile – ha concluso De Luca – ma un’opera di grande architettura crea nuovi sentimenti, una nuova condizione di appartenenza”.

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