Di Angelo Tortora
Il governatore della Campania Vincenzo De Luca nel suo intervento al Cto di Napoli ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:
“Nella sanità noi decidiamo punto per punto, mentre alcuni imbecilli per fare propaganda politica cancellano tutto quello che abbiamo fatto sulla qualità. Non ci sono quindi motivi per tenere la Campania nel piano di rientro, se non la discriminazione politica”. Il governatore poi continua affermando: “Siamo usciti dal 2019 dal commissariamento. Ora dobbiamo uscire dal piano di rientro che è stato allungato per il covid e dobbiamo chiudere tutto con i ministeri della salute e dell’economia questa estate. La Campania ha raggiunto gli obiettivi previsti sulla prevenzione, sull’assistenza domiciliare e sull’area ospedaliera, non ci sono quindi motivi per tenere la Regione in piani di rientro se non per una discriminazione politica. A marzo ci hanno chiesto di chiudere laboratori che facevano meno di 200.000 prestazioni l’anno e di chiudere tre punti nascita con meno di 500 parti l’anno. Li abbiamo chiusi. Adesso vedremo che cosa rispondono, non hanno più nessun alibi per tenerci in un piano di rientro a causa del quale non possiamo completare il piano delle assunzioni e non possiamo utilizzare fondi di bilancio della Regione per prestazioni sanitarie aggiuntive e per la prevenzione”. L’ultima riunione è prevista a Roma per il 10 luglio “e dovremo firmare questo verbale, da pacifici guerrieri che siamo. Noi lavoriamo in maniera seria, mentre guardo alle liste di galleggiamento che fanno in altre Regioni: se chiedi una visita e non c’è posto, non ti fanno un appuntamento lungo ma ti mettono in una lista che chiamano di galleggiamento, che è illegale e che affianca la lista di attesa ufficiale per far presentare una lista di attesa più corta di quello che in realtà è. Noi invece eroghiamo al 96% regolarmente le prestazioni sanitarie più importanti”.