La crisi idrica che sta colpendo diverse aree del Paese richiede “un intervento su due livelli: uno immediato e uno strutturale”. A dichiararlo è stato il ministro per la Protezione civile e le Politiche del Mare Nello Musumeci, intervenendo durante il question time alla Camera dei deputati.
Il ministro ha ricordato che nel corso del 2024 il Consiglio dei ministri ha già dichiarato lo stato di emergenza nazionale per le regioni Basilicata, Calabria e Sicilia, mentre è in corso l’istruttoria per la richiesta pervenuta dalla Regione Sardegna per il 2025.
A livello operativo, Musumeci ha evidenziato che il Commissario straordinario per l’emergenza idrica è stato incaricato di realizzare, entro l’estate del 2025, impianti di dissalazione a Porto Empedocle, Gela e Trapani, oltre a interventi di manutenzione sul lago Trasimeno. Contestualmente, sono in corso incontri con gli enti regionali per identificare altre azioni a breve termine.
Sul piano infrastrutturale, il Ministero delle Infrastrutture è impegnato su 654 interventi tra progettazione e realizzazione, per un investimento totale di 5,4 miliardi di euro. Tra questi, si segnalano 3 grandi dighe in costruzione, lavori di riefficientamento dei canali irrigui e il completamento di opere nel Sud, come la derivazione dalla diga di Campolattaro in Campania.
Infine, Musumeci ha spiegato che il Piano nazionale di interventi infrastrutturali prevede 418 proposte ammesse, con un fabbisogno stimato in 12 miliardi di euro. Una parte significativa delle 562 proposte inizialmente presentate è stata esclusa per carenze nei requisiti di ammissibilità o per valutazioni tecniche insufficienti.
“Serve una strategia di lungo periodo – ha concluso il ministro – ma intanto dobbiamo garantire l’approvvigionamento idrico con soluzioni concrete, veloci e coordinate”.