Nel giro di un paio di anni, cioè da quando è stato mandato dalla proprietà a riorganizzare il settore giovanile, Peppe Santoro ha avviato una faticosa operazione di restyling, in grado di restituire una certa credibilità al vivaio azzurro, prerogativa essenziale per avere uno sviluppo organico e duraturo dei potenziali talenti da valorizzare. Serviva un evidente cambio di gestione, per garantire al Napoli ghiotte opportunità. Non tanto sfruttando la Primavera come serbatoio per Antonio Conte; complicato, considerando il livello altissimo ormai raggiunto dalla Prima Squadra. Bensì, come strumento (più o meno redditizio) in chiave mercato. Una differenza fondamentale rispetto al recente passato, quando alcuni asset si sono smarriti lungo impervie vie, sbarcando nel calcio dei “grandi”. Sostanzialmente incapaci di scrollarsi di dosso un inevitabile senso di soggezione nell’approcciarsi al professionismo.

Insomma, a Cercola (quartier generale del settore giovanile) hanno legittime ambizioni, non facili però da realizzare in un colpo solo. In primis, perché è impossibile contrattualizzare tutti i diciottenni. Talvolta le regole federali in materia di ingaggi si scontrano con gli standard finanziari imposti dalla proprietà. Per cui, anche se a malincuore, vengono operate delle scelte, svincolando alcuni giocatori classe 2006 e 2007. Eccola, la dura legge del mercato: diventi un “parametro zero”, libero di firmare con chi ti fa l’offerta migliore. Uno scenario che favorisce le società di Serie D – obbligate a schierare gli “Under” -, cui fa gola non pagare alcunché per il cartellino, specialmente se lo svincolato ha giocato in un club dalla buona tradizione giovanile come il Napoli. E’ successo all’attaccante Diego Pinzolo (2006), fino al Tuttocuoio; ai portieri Andrea Petrone e Andrea Sorrentino, entrambi 2007, che difenderanno rispettivamente i pali di Sarnese e Nocerina. Al terzino sinistro Andrea Distratto (2007) andato alla Reggina.

Nel frattempo, per evitare che nella classica trafila fino al primo contratto da professionista si possa smarrire qualche risorsa interessante, ad al contempo cavalcando l’idea di mantenere comunque un serbatoio competitivo, in grado di fare da cuscinetto dalla categoria Allievi Nazionali, il Napoli implementa la propria strategia di crescita costante. E colma un vuoto, tornando a disputare il campionato Under18, investendo quindi su giovani di prospettiva, magari non ancora pronti a incidere subito in Primavera. L’ennesimo colpo, con cui Santoro intende far cambiare la percezione del club partenopeo a livello giovanile, veicolando all’esterno la sensazione di voler alzare progressivamente l’asticella delle ambizioni.

Intanto, fervono gli affari imbastiti con la Lega Pro. A tracciare la via provvedono la cessione a titolo definitivo del difensore centrale Mattia Esposito, all’Altamura; e dell’esterno offensivo Ernesto Ballabile all’Audace Cerignola. Nonché il prestito al Guidonia del centrocampista Lorenzo Russo. Esposito e Russo sono solamente la punta dell’iceberg: hanno reso il campionato passato più interessante, perché arricchito dalla loro presenza fissa, seppur discreta, aggregati al gruppo di Conte negli allenamenti a Castelvolturno. Stiamo parlando di due giocatori importanti, abili ad ampliare il loro menu di skill tecnico-tattiche grazie alle svariate occasioni in cui hanno respirato gli insegnamenti dell’Uomo del Salento. Esposito, in particolare, a marzo, durante la sosta per le nazionali, ha giocato nell’amichevole (travestita da allenamento congiunto) contro la Puteolana. Poi s’è accomodato in panchina al Maradona, nel match con il Milan. Invece, la scorsa estate Russo era finito al Torino, in prestito, nella trattativa che aveva portato Buongiorno all’ombra del Vesuvio. Ma non riuscendo a trovare spazio, aveva compiuto il percorso inverso a gennaio, risultando decisivo nella promozione ai play-off.

In definitiva, c’è l’impressione che possa esserci un finale diverso. Che qualcuno, dopo un periodo di formazione e apprendistato lontano da Napoli, possa finalmente ritornare a casa. Oppure esploda definitivamente altrove, consentendo comunque alla società di realizzare una plusvalenza. Così da accontentare tutti. Perché nessuna storia è uguale alle altre. Perciò dobbiamo augurare il meglio a chi ha onorato la maglia azzurra sino alla Primavera e adesso prova a farsi strada altrove.

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