di Rosario Caracciolo

Manca sempre meno alla sfida tra Torino e Napoli, un duello che promette scintille e intensità. Gli uomini di Antonio Conte arrivano all’appuntamento con un solo obiettivo: vincere e difendere quel primo posto che condividono con la sorprendente Roma di Gian Piero Gasperini. Ma la parola d’ordine, nello spogliatoio azzurro, è una soltanto: orgoglio.

Tra i pali, stavolta, Meret sembra favorito su Milinkovic-Savic. In difesa si profila la coppia Beukema–Juan Jesus, con Buongiorno (e Marianucci) che dovrebbero partire dalla panchina. A destra spazio al solito Di Lorenzo, mentre sulla corsia opposta torna dal primo minuto Spinazzola, pronto a garantire spinta e qualità dopo il turno di riposo.

In mezzo, l’assenza di Lobotka apre la porta al giovane Gilmour, che completerà la mediana con Anguissa, McTominay e il genio di De Bruyne, pronto a illuminare il gioco con la sua visione. Sulla fascia, Neres insidia Politano e partirà dal primo minuto, mentre davanti Hojlund sarà il punto di riferimento offensivo. Ed attenzione al possibile impiego di Noa Lang

Il calendario, però, non fa sconti. Dopo il Torino, arriveranno la trasferta europea a Eindhoven e poi il big match con l’Inter. Ma Conte, nel suo stile da condottiero, ha già tracciato la rotta: “Non a casa nostra e non davanti alla nostra gente”. Parole che pesano come macigni, perché il tecnico pugliese vuole un Napoli feroce, concentrato, capace di far tremare chiunque osi sfidarlo.

E mentre i granata si aggrappano alla grinta di Ngonge, Simeone e forse del rientrante Zapata, gli azzurri sanno che la posta in palio va ben oltre i tre punti: è una questione di identità, di forza e di orgoglio.

 

 

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