Il concerto del direttore d’orchestra russo Valery Gergiev, in programma il 27 luglio alla Reggia di Caserta e promosso dalla Regione Campania, continua a sollevare un’ondata di polemiche. Al centro delle critiche, il legame di Gergiev con il presidente russo Vladimir Putin e il suo coinvolgimento in iniziative culturali percepite come strumenti di propaganda del Cremlino, in un momento ancora segnato dalla guerra in Ucraina.

Tra le voci più critiche, quella della vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno (Pd), che ha definito l’evento una “vergogna” e si è detta “l’unica dirigente politica” ad essersi opposta apertamente al concerto. “Il disinteresse e la superficialità sono diffusi e trasversali. Il governo fischietta, Calenda non pervenuto, i giornali italiani non ne parlano”, ha scritto sui social, sottolineando che solo alcune testate estere come BBC e New York Times hanno dato spazio alla notizia, mentre in Italia il silenzio è prevalso.

Sul fronte opposto, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha difeso l’iniziativa, respingendo ogni accusa di complicità con il regime russo. “Abbiamo accolto migliaia di cittadini ucraini, abbiamo dato prova di solidarietà. Non intendiamo accettare logiche di preclusione o interruzione del dialogo, perché questo non aiuta la pace. Serve solo ad alimentare i fiumi dell’odio e ad allontanare la pace”, ha dichiarato. De Luca ha ribadito il sostegno al popolo ucraino e la condanna dell’aggressione russa, ma ha anche criticato chi – a suo dire – si indigna solo a intermittenza: “I meno titolati a parlare sono quelli che non dicono una parola sul genocidio di bambini a Gaza”.

Secondo il governatore, la Campania è l’unica istituzione ad aver promosso iniziative per la pace fin dal 2022, con una posizione chiara: “Putin è colpevole e rimane colpevole. Ma l’Occidente non è innocente: non ha fatto nulla per impedire l’invasione. La nostra linea è il dialogo con tutti. In questo momento, a parlare con Putin sono Macron, Trump e altri leader. Cosa proponete? Di chiudere anche i canali di comunicazione?”

Sul tema è intervenuto anche il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, attraverso il sottosegretario Alessandro Giuli. Pur affermando che “l’arte è libera e non può essere censurata”, Giuli ha sottolineato che la propaganda, anche se veicolata attraverso la cultura, è un’altra cosa. “Il concerto rischia di trasformarsi in una cassa di risonanza per la propaganda russa. L’Ucraina è una nazione invasa, e questo appuntamento musicale, seppur di alto livello, è oggettivamente controverso e divisivo”.

La Reggia di Caserta, istituto autonomo del Ministero della Cultura, resta formalmente libera nelle proprie scelte di programmazione. Tuttavia, la presenza di Gergiev sul podio resta una questione carica di significati simbolici e politici, che continua a dividere istituzioni, partiti e opinione pubblica.

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