di Michele Vidone
Ad Atreju si accende un botta e risposta tra Calenda e Durigon sulla questione spinosa della guerra in Ucraina e della posizione del leader della Lega, Matteo Salvini.
Calenda lancia un duro attacco contro i cosiddetti “putinisti” presenti nel dibattito pubblico italiano. Sostiene che il Paese sia pesantemente infiltrato dagli amici di Putin e invita a stare lontani dai putinisti perché rispondono a Putin, non al governo nazionale né alla Patria, indicando esplicitamente Matteo Salvini come uno di loro.
Pur collocandosi all’opposizione, Calenda rivendica una linea di responsabilità istituzionale “Io però metto davanti l’interesse nazionale e voto ogni cosa che ritengo giusta, anche se questo lo espone alle critiche di chi lo accusa di fare da “stampella” al governo.”
Sul conflitto ucraino, Calenda afferma “La Russia attacca l’Ucraina ma vuole la dissoluzione dell’Europa. Invita la maggioranza a non farsi frenare da Salvini sul sostegno a Kiev “Non possiamo cedere a Putin”. Secondo Calenda, Putin si sente più forte perché pensa che l’Occidente si è spezzato, rottura che attribuisce anche all’effetto Trump.
Alle parole di Calenda replica duramente il vicesegretario della Lega Claudio Durigon, che accusa il leader di Azione di cercare visibilità “Calenda ha proprio bisogno di Salvini per i suoi quindici minuti, anzi meno, di celebrità.” Durigon definisce Calenda “ossessionato” da Salvini e sostiene che, insieme ai burocrati di Bruxelles, favorisca la guerra anziché la pace, ribadendo che Salvini “da sempre la pensa diversamente”. Conclude attaccando il ruolo politico di Calenda “Ormai non ha più palcoscenici ed è ridotto a fare l’ospite a destra e a sinistra, più che comico il suo copione è tragico”.
