Carlo Calenda critica duramente il Partito democratico per la gestione delle vicende politiche legate all’inchiesta sull’urbanistica a Milano, che coinvolge anche il progetto del nuovo stadio. In un’intervista al Corriere della Sera, il leader di Azione accusa i dem e i loro alleati di seguire le ipotesi dell’indagine giudiziaria anziché prendere decisioni autonome.
“Se come sembra, il Pd e i suoi alleati vanno dietro alle ipotesi di questa inchiesta, allora facessero una giunta con i magistrati invece che con Sala. Altrimenti, visto che a decidere della politica urbanistica non devono essere i giudici, vadano avanti sullo stadio”, dichiara Calenda. L’esponente di Azione sottolinea come gli avvisi di garanzia siano arrivati “tre giorni prima del piano regolatore”, lasciando intendere che le tempistiche dell’indagine abbiano inciso sul dibattito politico.
Il leader di Azione riserva poi un attacco diretto a Giuseppe Conte, che ha chiesto le dimissioni del sindaco Giuseppe Sala. Calenda ironizza definendo l’ex premier “giudice del popolo” e accusandolo di dispensare approvazioni e critiche a suo piacimento: “Conte fa sapere che Ricci va bene, nonostante l’inchiesta, Eugenio Giani senza inchiesta, e persino Fico è ok. Ma Sala invece si deve dimettere”.
Calenda contesta anche la segretaria del Pd Elly Schlein per la sua linea nei confronti del Movimento 5 Stelle, sostenendo che il partito sia ormai condizionato dall’ex premier: “La linea del Partito democratico ormai la fa Giuseppe Conte. Contenta Schlein…”.
Secondo Calenda, questa situazione rischia di avvantaggiare solo il M5S: “Al momento delle elezioni tutti sanno che è chi comanda che prende voti. Quindi sarà solo il Movimento 5 Stelle a beneficiare di questa situazione. È una cosa mortificante, soprattutto per il Pd”.