Stefano Addeo, professore di tedesco in un istituto superiore di Cicciano, in provincia di Napoli, è finito al centro di una durissima polemica per un post pubblicato sui social in cui augurava alla figlia della presidente del Consiglio Giorgia Meloni la stessa sorte di Martina, la quattordicenne uccisa ad Afragola. Il contenuto, subito rimosso, è stato definito dallo stesso docente “un gesto stupido, scritto d’impulso”, per il quale ha chiesto pubblicamente scusa, riconoscendo la gravità delle parole usate.

In un’intervista al Roma online e al Tgr Campania, Addeo ha precisato di non aver mai fatto politica in classe, di essere contrario a ogni forma di violenza e di svolgere attività di volontariato. Ha inoltre riferito di aver ricevuto minacce di morte, insulti e atti di vandalismo sotto casa, e di aver sporto denuncia alla Polizia Postale. Ha anche ammesso di essersi affidato all’intelligenza artificiale per comporre il post incriminato, definendolo un grave errore. Il ministero dell’Istruzione, guidato da Giuseppe Valditara, ha annunciato che già nella giornata di martedì 3 giugno saranno adottati provvedimenti disciplinari. Il ministro ha sottolineato l’importanza del ruolo degli insegnanti nella formazione dei giovani e la necessità che mantengano sempre decoro e responsabilità. Sulla vicenda è intervenuto anche Matteo Renzi, leader di Italia Viva, chiedendo il licenziamento immediato del professore e affermando che la scuola pubblica non può tollerare educatori che si esprimono in modo tanto violento, soprattutto contro una bambina. L’intero arco politico ha espresso condanna e sdegno per quanto accaduto, ribadendo che le opinioni politiche non possono mai giustificare l’uso di linguaggi inaccettabili e offensivi.

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