di Michele Vidone 

L’assemblea nazionale del Pd ha sancito un nuovo cambiamento negli equilibri interni, certificando l’ingresso di Stefano Bonaccini e di una parte dell’area riformista nella maggioranza che sostiene Elly Schlein. Dopo l’iniziativa di Montepulciano, il perimetro della maggioranza dem si amplia includendo, oltre alle correnti già presenti, anche esponenti come Piero De Luca, Eugenio Giani e Simona Bonafè, mentre restano all’opposizione interna i riformisti più critici.

Bonaccini ha rivendicato dal palco di non essersi mai sentito minoranza e di aver garantito il sostegno alla segretaria fin dal giorno dopo le primarie. La votazione in assemblea ha registrato 225 voti favorevoli e 36 astenuti, numeri che però non riflettono pienamente i rapporti di forza complessivi tra i circa mille delegati. Nella nuova maggioranza entra anche Gianni Cuperlo, scelto da Schlein per guidare la fondazione del Pd al posto di Nicola Zingaretti.

L’allargamento della maggioranza non è letto in modo univoco: alcuni dirigenti vicini alla segretaria temono che la certificazione delle correnti possa servire a condizionarne l’azione politica, mentre altri interpretano l’ingresso di Bonaccini e dell’area riformista come una mossa per depotenziare i vincoli interni e lasciare a Schlein maggiore libertà nella definizione della linea politica e nella scelta del gruppo dirigente.

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