“Mi è difficile chiamarlo femminicidio. Se potessi, lo chiamerei quasi un infanticidio, perché 14 anni davvero ci lasciano da pensare”. A parlare è don Maurizio Patriciello, il parroco del Parco Verde di Caivano, che interviene così sulla tragica morte di Martina Carbonaro, la 14enne uccisa ad Afragola dall’ex fidanzato.

In un video diffuso dal Comune di Pellezzano (Salerno), dove oggi è stato ospite di un incontro con gli studenti su ambiente e legalità, il sacerdote ha ricordato la manifestazione di ieri ad Afragola: “Ero lì insieme a migliaia di persone, a vari sindaci, alla mamma di Martina. Stamattina è uscito anche un mio editoriale su Avvenire proprio su questo dramma”.

Poi l’analisi più profonda, rivolta agli adulti e alla società: “C’è qualcosa che non va e che non vogliamo ammettere. Non abbiamo capito che amare è qualcosa di meraviglioso, ma anche terribilmente difficile. L’amore, spesso, viene confuso con il piacere, con il possesso. Quel ‘mio’ che può essere bellissimo, come quando diciamo ‘mia mamma’, ma che può trasformarsi in qualcosa di orribile”.

Don Patriciello, da anni voce impegnata nei contesti difficili della Campania, ha voluto sottolineare come sia urgente riflettere sui modelli relazionali, sugli affetti e sul ruolo della comunità educante: “Amare ci fa diventare simili a Dio – ha detto – ma richiede consapevolezza, maturità, e rispetto dell’altro. Altrimenti, si finisce per chiamare amore ciò che amore non è”.

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