Si accende la polemica politica in Campania dopo le segnalazioni secondo cui gli uffici del Comune di Napoli e della Città Metropolitana sarebbero stati utilizzati per la raccolta firme necessaria alla presentazione della lista “Fico Presidente”.
A denunciare la vicenda è Severino Nappi, capogruppo della Lega in Consiglio regionale, che parla di un “fatto gravissimo e contrario alla legge 150/2000”, sottolineando come “l’uso di sedi istituzionali per fini elettorali rappresenti una violazione del principio di neutralità delle amministrazioni pubbliche”. Nappi accusa direttamente il Movimento 5 Stelle di aver “trasformato gli uffici pubblici in comitati elettorali”, citando due luoghi precisi indicati in un messaggio interno: “l’assessorato allo Sport del Comune, al terzo piano di Palazzo San Giacomo, e l’ufficio del consigliere metropolitano Salvatore Flocco”.
“Alla faccia della trasparenza e dell’onestà – aggiunge Nappi – i 5 Stelle sono passati dal voler aprire i palazzi come scatolette di tonno all’occuparli per fini elettorali. I campani non sono fessi”.
Sulla stessa linea Luigi Rispoli, dirigente di Fratelli d’Italia, che parla di “un fatto grave e inaccettabile”.
“Utilizzare spazi pubblici per attività di partito – afferma – rappresenta una palese violazione della neutralità delle istituzioni. Chiediamo chiarimenti immediati al sindaco di Napoli e alla Città Metropolitana. Le istituzioni non sono comitati elettorali, ma luoghi che appartengono a tutti i cittadini”.
Anche l’indipendente Marì Muscarà e Salvatore Ronghi, presidente di Sud Protagonista, chiedono chiarezza e un intervento urgente del primo cittadino: “Gli uffici comunali sono la casa dei cittadini, non comitati elettorali. Se fosse vero, saremmo davanti a un fatto di una gravità assoluta. Napoli merita rispetto e imparzialità, non giochi di potere tra ‘compari’ della stessa area politica”.