di Michele Vidone
Il sindaco di Anacapri, Francesco Cerrotta, ha inviato una nota ufficiale al presidente della Regione Campania, Roberto Fico, per sollecitare un intervento sulla persistente criticità legata alla definizione dei condoni edilizi previsti dalle leggi del 1985 e del 1994, ancora in larga parte pendenti. L’iniziativa punta ad aprire una nuova interlocuzione politico-istituzionale con il neo governatore per sbloccare un processo di normalizzazione urbanistica il cui ritardo, secondo il Comune, produce gravi ricadute sui cittadini e sull’azione amministrativa. Contestualmente Cerrotta ha coinvolto i Comuni di Capri, Barano d’Ischia, Casamicciola Terme, Forio d’Ischia, Ischia, Lacco Ameno, Procida e Serrara Fontana, invitandoli a sostenere una posizione unitaria delle isole campane. Nella nota si evidenzia che ad Anacapri, su 2.590 istanze di condono presentate, poco più di 580 risultano definite, mentre oltre 2.000 restano inevase, con tempi di smaltimento che, senza un cambio di passo, rischiano di protrarsi per decenni. Le cause dello stallo vengono ricondotte alla complessità delle procedure e in particolare al parere obbligatorio della Soprintendenza, chiamata a valutare interventi risalenti a circa quarant’anni fa in contesti profondamente mutati, con il rischio di dinieghi e conseguenti demolizioni tardive dagli effetti sociali e paesaggistici rilevanti. Il Comune propone di assumere come criterio dirimente la conformità volumetrica degli immobili rispetto alle domande originarie e chiede alla Regione di valutare la riattivazione del Protocollo d’intesa del 25 luglio 2001, mai formalmente abrogato, che consente la definizione delle sanatorie attraverso prescrizioni di riqualificazione ambientale e paesaggistica. Secondo l’amministrazione, una soluzione in questa direzione permetterebbe di superare una lunga incertezza giuridica, favorire la riqualificazione del territorio, tutelare il paesaggio e incidere positivamente anche sul piano sociale e abitativo. In conclusione, Anacapri ribadisce la disponibilità al confronto e auspica un indirizzo politico regionale condiviso con i territori per affrontare in modo definitivo una questione ritenuta non più rinviabile.
