di Michele Vidone 

La Flc Cgil conferma la propria scelta di non firmare il CCNL “Istruzione e Ricerca” 2022-2024, sottoposto oggi dall’Aran per la sottoscrizione definitiva. “Retribuzioni insufficienti, mancato recupero dell’inflazione e scarsa valorizzazione professionale. La nostra non firma è una scelta coerente con il mandato della consultazione delle lavoratrici e dei lavoratori”, afferma il sindacato in una nota, ribadendo le stesse motivazioni che avevano già portato al no sull’ipotesi di accordo del 5 novembre.

Secondo la Flc Cgil, il contratto non compensa la perdita di potere d’acquisto, stimata in circa un quarto delle retribuzioni a causa dell’inflazione del triennio, né riconosce adeguatamente l’evoluzione organizzativa e professionale del personale del Comparto. Una posizione che, sottolinea il sindacato, deriva direttamente dall’esito vincolante della consultazione svolta attraverso oltre mille assemblee e attivi delle RSU, da cui è emerso un orientamento nettamente contrario all’intesa.

Il sindacato auspica ora che le trattative per il prossimo triennio si aprano tempestivamente, con risorse adeguate al tasso inflattivo e stanziamenti in grado di valorizzare la crescente professionalità di tutto il personale di scuole, università, enti di ricerca, accademie e conservatori. Per la Flc Cgil, la mancata firma rappresenta anche un messaggio chiaro al Governo, accusato di aver programmato il taglio delle retribuzioni di oltre 1,3 milioni di lavoratrici e lavoratori.

“Ora il Governo si deve far carico di colmare il divario retributivo con il resto della pubblica amministrazione e garantire il completo recupero dell’inflazione”, conclude la nota, ribadendo la richiesta di interventi strutturali per tutelare salari e dignità professionale del comparto istruzione e ricerca.

Please follow and like us:
Pin Share
Facebook
YouTube