La riforma dell’accesso ai corsi di laurea in Medicina, Odontoiatria e Veterinaria segna un cambio di paradigma che, secondo il governo, non avrà ritorno. Lo ha ribadito la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini intervenendo alla Camera durante l’informativa urgente sullo stato di avanzamento del nuovo sistema, basato sul cosiddetto “semestre filtro”.
“Dopo 25 anni era doveroso cambiare”, ha affermato Bernini, spiegando che l’obiettivo è stato rendere l’università più accessibile senza abbassare la qualità della formazione. I numeri, secondo la ministra, raccontano il senso della riforma: dai 12mila posti disponibili nel 2022 a fronte di circa 60mila richieste si è passati a 24.026 posti in graduatoria, di fatto raddoppiati. “Questa riforma ha trasformato i candidati in studenti”, ha sottolineato.
Il nuovo meccanismo ha superato i test d’ingresso tradizionali, sostituiti da esami di profitto sostenuti durante il primo semestre. I primi appelli si sono svolti a novembre, i secondi a dicembre. La graduatoria nazionale sarà completata il 12 gennaio e da quella data gli studenti conosceranno la sede di assegnazione in base ai risultati ottenuti. L’ingresso avverrà con voti pieni o con eventuali debiti formativi, che saranno recuperati nei singoli atenei. Bernini ha assicurato che tutti i posti disponibili saranno coperti entro il 28 febbraio e che “non ci saranno esclusioni”. “Nessuno rimarrà a piedi, non sono previsti studenti che perdono l’anno”, ha garantito, definendo il percorso una riforma articolata in tre fasi, già ampiamente avviata.
Nel corso dell’intervento la ministra ha anche risposto alle polemiche sulle presunte irregolarità durante le prove. “Non ci sono state violazioni degli esami, ma notizie fake costruite per inquinare una fase così importante”, ha detto, chiarendo che il consorzio interuniversitario Cineca ha smentito la diffusione di domande o parole chiave. Eventuali tentativi di accesso abusivo ai sistemi sono stati bloccati e segnalati alla polizia postale.
Pur rivendicando la bontà dell’impianto, Bernini ha riconosciuto che la riforma è “suscettibile di aggiustamenti”, come tutte le innovazioni di sistema, e ha ribadito la disponibilità al dialogo con studenti e atenei. Ma su un punto è stata netta: “Questa riforma è irreversibile, indietro non si torna”. Il modello dei test selettivi, ha concluso, appartiene al passato, mentre il nuovo sistema mette “lo studente al centro del rapporto con l’università”.
