di Michele Vidone 

In Campania un’azienda sanitaria su due è già stata diffidata per la mancata applicazione del contratto di lavoro della dirigenza medica e sanitaria. È quanto emerge dal Libro Bianco Anaao Assomed 2025, che fotografa una situazione ancora più critica se si considera che anche molte aziende non ancora diffidate risultano comunque non in regola e potrebbero esserlo a breve. A livello nazionale, nel 2025 Anaao Assomed ha diffidato il 75% delle aziende sanitarie monitorate (174 su 231), segno di un problema strutturale e non di singole anomalie.

La Campania ha un peso particolarmente rilevante: 20 aziende censite, con 8.716 medici e 798 dirigenti sanitari, di cui 10 già diffidate. Numeri più alti rispetto a molte altre regioni rendono l’impatto delle violazioni ancora più significativo sull’organizzazione dei servizi e sulla tenuta dei reparti. Le criticità più frequenti riguardano salute e sicurezza sul lavoro, orari e riposi non rispettati (mancato rispetto delle 11 ore di riposo, eccesso di guardie e pronte disponibilità), reperibilità su sedi diverse, contrattazione integrativa assente o incompleta e incarichi e progressioni professionali bloccate.

Secondo il segretario nazionale Anaao Assomed Pierino Di Silverio, il Libro Bianco non è un atto di accusa, ma un atto di responsabilità verso il Paese, verso la sanità e i professionisti per chiedere il rispetto dei diritti più elementari, con l’auspicio di una collaborazione con le direzioni aziendali per colmare i vuoti contrattuali. Sulla stessa linea il segretario regionale Bruno Zuccarelli, che sottolinea come quando un’azienda non applica correttamente il contratto non si è davanti a una questione formale: significa turni insostenibili, riposi compressi, sicurezza trattata come un dettaglio e carriere bloccate, con effetti inevitabili anche sulla qualità dell’assistenza.

Da Anaao Assomed Campania arriva infine un messaggio chiaro: “Continueremo a monitorare e a incalzare le direzioni aziendali. Il nostro obiettivo non è collezionare diffide, ma riportare l’applicazione del contratto dentro una normalità verificabile, azienda per azienda, a tutela dei professionisti sanitari e, indirettamente, dei cittadini campani.”

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