Nel dibattito sulle politiche urbanistiche e sui nodi irrisolti del condono del 2003, Maurizio Gasparri torna a puntare l’attenzione sulla situazione della Campania, definendo «impossibile» l’ipotesi di abbattimenti massicci delle abitazioni abusive rimaste escluse dalla sanatoria regionale.
Intervenendo alla trasmissione L’Aria che Tira su La7, il presidente dei senatori di Forza Italia ha ripercorso le vicende legislative degli ultimi vent’anni, ricordando come il condono del 2003 «sia stato varato, piaccia o no», ma non applicato in Campania per una scelta politica dell’allora presidente della Regione Antonio Bassolino. Gasparri ha sottolineato che per tre volte il Senato ha approvato una norma che avrebbe permesso a circa un milione di alloggi esclusi dal condono di accedere alla procedura, allineandosi al resto d’Italia: «Ma tre volte la norma non è andata in porto», ha aggiunto, richiamando in particolare l’esperienza della legislatura 2008-2013, quando, pur con una larga maggioranza del Pdl, la disposizione fu eliminata durante il passaggio parlamentare al Senato.
Gasparri ha poi insistito sulle conseguenze pratiche di eventuali demolizioni, definendole di fatto impraticabili: «È stato fatto un calcolo: se si dovessero abbattere tutte queste case in Campania servirebbero discariche enormi per smaltire i detriti, perché non si possono lasciare le macerie sul posto». Da qui l’interrogativo posto ai sostenitori della linea degli abbattimenti: «Dicano quando e come intendono farlo e soprattutto dove andrebbero le persone che vivono in quelle abitazioni».
Il senatore ha infine rimarcato la disparità di trattamento rispetto ad altre aree del Paese, come Vercelli, Catanzaro o Pescara, dove gli immobili analoghi sono stati ricompresi nelle procedure di condono: «Le vogliono demolire tutte? È assurdo», ha concluso.
