di Michele Vidone
NAPOLI – Lo ha detto Conte, lo si è visto in campo e lo si nota anche nei risultati: il Napoli è entrato in una spirale negativa e l’imperativo è quello di uscire immediatamente da questa, prima che la condizione in classifica (sia in Serie A che in Champions) peggiori. Il distacco da Roma e Inter in campionato è sottile, in Champions bisogna mettere al sicuro con urgenza almeno la zona playoff.
Le difficoltà incontrate strada facendo durante questa stagione e, in particolar modo, questo tour de force di tante partite in poco tempo sono tante: infortuni su infortuni, stanchezza e rendimento calato, specialmente rispetto alla scorsa stagione, cosa che Conte ha notato e sottolineato più volte nell’intervista di ieri. Saranno le tre competizioni? Sarà il difficile inserimento di 9 nuovi giocatori? Le ragioni sono tante, come tanta è la rabbia che i giocatori e il mister devono avere per rialzarsi con la stessa forza con cui sono capitolati.
E rialzarsi bisogna farlo subito, prima che i tifosi iniziano a rumoreggiare (con motivazioni più che ragionevoli): su Internet Conte inizia a perdere la fiducia del tifo azzurro, le prestazioni non convincenti dei giocatori incidono sull’affetto dei supporter nei loro confronti, e l’ambiente non è dei migliori nè dentro nè fuori lo spogliatoio, tra scambi di accuse e discussioni che rischiano di infiammarsi. De Laurentiis è l’unico innocente ed è anche l’indicato a risolvere il problema, stando in costante contatto, telefonico e a breve anche visivo, con Manna e Conte.
Fronte giocatori, il digiuno di gol è il problema principale: non si segna più, ma non si arriva neanche più a concretizzare, se non con confusione e con la malasorte contro. Hojlund, infortunio a parte, è il migliore di un reparto che vede bocciati Lang (giustificato dai pochi minuti) e Lucca. Degli altri neo acquisti promossi il (quasi) tuttofare Elmas, il pararigori Milinkovic-Savic a cui serve un pizzico di costanza in più e il potenziale jolly Gutierrez, mentre Beukema e Marianucci, a difesa sistemata, rischiano di dover osservare il campo dalla panchina.
Questa sosta ora è ossigeno per il Napoli, eventuali ennesimi infortuni permettendo, che può sia risolvere le questioni interne che rifocalizzarsi sull’obiettivo principale, ovvero quello di rialzare la testa, in vista del prossimo durissimo tour de force che inizierà con l’Atalanta di Palladino.
