Ieri sera ad Arzano è arrivato il consigliere regionale Diego Venenzoni. Candidato alle prossime elezioni del 23 e 24 novembre, Venanzoni si è intrattenuto con le persone che erano venute per salutarlo. Ha parlato poi per una mezzoretta, dicendo cose molte interessanti.

Ha iniziato parlando dello slogan che si è scelto per queste elezioni.

“Mi chiedete cosa significa chi di parole, chi di parola? Credo che sia abbastanza intuitivo. La verità è che specie durante la campagna elettorale ci sono tanti che sprecano parole. Spesso facendo promesse che sanno bene di non poter mantenere. Io sono un politico all’antica. Quando dò una parola state certi che la manterrò. A chi parla tanto, io amo rispondere coi fatti. Anche qui ad Arzano ho dimostrato come sono fatto. Quando mi hanno chiesto il mio intervento per portare ad Arzano una fermata della metropolitana non ho detto di sì. Ho detto che prima di pronunciarmi avrei dovuto studiare la fattibilità della cosa. Magari se avessi detto che mi sarei battuto per portare una fermata ad Arzano avrei convinto qualcuno a votarmi. Ma poi lo avrei deluso. Io preferisco i fatti alle chiacchiere. La parola alle parole. Magari prendo nell’immediato qualche voto in meno, ma i voti che prendo poi non li perdo in futuro”.

Poi ha detto la sua sulla politica che è molto cambiata negli ultimi anni.

“Io sono un vecchio politico. Ero abituato a tenere rapporti con i miei elettorali attraverso incontri fatti viso a viso. C’erano le sedi dei partiti, i circoli. C’era un confronto diretto. Oggi non c’è più. Oggi chi fa politica deve parlare soprattutto attraverso i social. Per fortuna quando ci sono le elezioni il rapporto con gli elettori torna a farsi diretto. Quale preferisco io come sistema? La domanda non ha molto senso. Perché in ogni caso bisogna modernizzarsi. Diciamo che in linea di principio io provo a non interrompere il rapporto diretto con gli elettori. Anche sui social io rispondo a tutti. Altri semmai non lo fanno, perché sono abituati a gestire i social in modo diverso”.

Per finire un appello agli elettori. In linea con il suo pensiero.

“Perché uno dovrebbe votare per il sottoscritto? Perché io sono un libro aperto. Sono anni che faccio politica. Basta seguirmi per rendersi conto della mia serietà. E direi anche della mia competenza. Un politico esperto a mio avviso è da preferire a chi non lo è. Io so come muovermi, il che è fondamentale. Ho fatto esperienza prima in consiglio comunale, poi nell’ultima legislatura come consigliere regionale. Io ho fatto in regione le stesse cose che facevo al comune. Ho sempre tenuto un rapporto con la popolazione, con i miei elettori. E qui torniamo al discorso fatto in precedenza, su chi di parole, chi di parola. Il mio modo di fare politica da questo punto di vista non è cambiato. Ho fatto il consigliere comunale anche in regione. Credo di averlo fatto bene. Perché adesso che sto avendo confronti con la gente nei vari comuni della provincia di Napoli mi rendo conto di aver conquistato tanta gente. Chi mi conosce sa di potersi fidare della mia parola”.

 

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