Edmondo Cirielli interviene su più fronti delineando le priorità del suo programma elettorale, dalla sanità ai fondi europei, fino al futuro di Napoli e alla competitività delle imprese. Sul tema della sanità attacca Roberto Fico, accusandolo di «non conoscere la realtà campana». Secondo Cirielli, la medicina generale vive una fase di forte criticità, con circa 1.200 medici di famiglia prossimi alla pensione e il rischio che intere comunità restino senza assistenza di base. «La medicina generale in Campania è una trincea», afferma, sottolineando la necessità di sostenere i professionisti che, nonostante anni di programmazione inadeguata, garantiscono la tenuta del sistema sanitario. Il candidato propone più personale di supporto amministrativo e sanitario, più infermieri e OSS negli studi e una forte riduzione della burocrazia, per restituire ai medici il tempo da dedicare ai pazienti. «Difendere la medicina generale significa difendere la salute dei campani e la dignità di chi la garantisce ogni giorno», aggiunge, proponendo un piano quinquennale per riequilibrare il rapporto tra medici e popolazione.

Sul fronte elettorale, Cirielli rivendica una rimonta nei sondaggi. «Una settimana fa ci davano 19 punti sotto a Napoli, oggi siamo a meno sette», afferma riferendosi alle rilevazioni Noto, mentre un sondaggio Ghisleri focalizzato sul capoluogo gli attribuirebbe un distacco di nove punti. Considerato che la provincia di Napoli pesa oltre il 50% del risultato regionale, secondo Cirielli la sua coalizione sarebbe ora «complessivamente sopra». Sottolinea inoltre il forte entusiasmo registrato nelle iniziative del centrodestra, in contrapposizione agli appuntamenti «con dieci persone» dell’avversario.

Commentando il nuovo finanziamento BEI da 1,4 miliardi per la messa in sicurezza dei Campi Flegrei, Cirielli sostiene che tale operazione smentisca la narrazione del centrosinistra secondo cui il governo nazionale penalizzerebbe la Campania. «La regione è la seconda in Italia per trasferimenti statali e la prima per contributi europei», spiega, accusando però l’amministrazione uscente di non riuscire a spendere le risorse disponibili: «Sul FESR siamo al 16%, sul Fondo di Sviluppo e Coesione al 14%, sul Fondo Sociale Europeo al 30% come impegni. Il problema è la spesa effettiva, che è ancora più bassa». Per Cirielli serve «una burocrazia nuova» e una classe politica «interessata ai fatti e non alla propaganda».

Sul piano identitario e culturale, il candidato commenta anche lo slogan “Make Naples Great Again” rilanciato dal capolista di FdI Gennaro Sangiuliano. «Napoli è stata una grandissima capitale. Nel Settecento e nell’Ottocento era tra le più popolose d’Europa», ricorda. Denuncia però la fuga di 300mila giovani in dieci anni di governo regionale di centrosinistra e sostiene che la città possa tornare protagonista: «La Campania ha una grande storia e un grande futuro. Napoli è la capitale della campagna elettorale».

Non manca un affondo contro il governatore uscente Vincenzo De Luca: «A Salerno ha privilegiato l’edilizia dismettendo aree industriali e commerciali, creando quartieri dormitorio senza lavoro», afferma Cirielli. «Oggi il suo nome è scomparso dalla coalizione, appartiene al passato».

Infine, durante un incontro con Confesercenti Campania, Cirielli rimarca la centralità delle imprese nella sua visione politica. «Chi produce non può essere considerato un animale da mungere per le tasse», sostiene. Promette un dialogo costante con le categorie economiche, un uso più efficace dei fondi europei e nazionali, il rafforzamento della Zes e un modello che favorisca la libertà d’impresa come motore di sviluppo regionale.

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