Uno spettacolo dal grande impatto emozionale con Ivan Granatino, Maria Rosaria Virgili; e con le Ebbanesis, Maurizio Capone & Bungtbangt; e con in o.a. Alessandra Ciccariello, Vincenzo D’Ambrosio, Mattia Ferraro, Alfredo Mundo, Peppoh, Danilo Rovani, Lorenzo Simeone; e con la partecipazione straordinaria di Peppe Lanzetta. Regia e scene di Bruno Garofalo. Musiche di Maurizio Capone. Coreografie di Orazio Caiti. Costumi di Anna Giordano.

Opera di periferia è stata scritta e mandata in scena da Peppe Lanzetta nel 2009, in un momento storico che precedeva i malesseri delle periferie del mondo, sfociate in rivolte, manifestazioni, avvenimenti cruenti. Un linguaggio crudo, realistico, che riusciva a rendere concretamente il malessere di generazioni e che solo per conoscenza diretta veniva ambientata nei territori del napoletano: le Vele di Secondigliano, complesso abitativo nato con le migliori intenzioni, ma tramutatosi presto in luoghi di deportazione a cielo aperto, sono infatti la realtà scelta da Lanzetta per ambientare il malessere giovanile e sociale, alimentato da carenze globali che fanno delle periferie napoletane un esempio di ghettizazione come il Bronx americano, le Banlieue francesi e il dramma contemporaneo della violenza espansionistica a danno di una realtà debole e fragile come quella Palestinese.

Il supporto emotivo di quest’Opera è musica di grande contemporaneità, che accomuna la protesta globalizzata di migliaia di giovani in ogni realtà del mondo. L’energia del dibattersi, nel tentativo di farsi vedere e sentire, si avvale di movimenti coreografici che ricordano il raffigurare di grandi artisti di una tragedia globale, come il Caos di Guernica di P. Picasso e la Vucciria di R. Guttuso. Questo spettacolo è una lente di ingrandimento puntata su una delle tante realtà del malessere giovanile, ma con uno spiraglio di speranza: la ribellione di alcuni, che si pongono un traguardo di crescita e di riscatto, trascinerà il gruppo cambiandogli i connotati, e così i protagonisti apriranno timidamente gli occhi.

Se questo lavoro teatrale riuscirà a far aprire gli occhi e la coscienza anche di un solo spettatore, avrà raggiunto un grande risultato.

Ha detto Peppe Lanzetta che lui in un certo senso era stato un precursore. “Una ventina di anni fa fui costretto a togliere dal mercato questo spettacolo. Era troppo avanti. Adesso penso che sia il momento giusto. Ero stato capace di anticipare i tempi. A volte capita”.

 

Clicca qui per vedere l’intervista a Peppa Lanzetta

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