Caivano (provincia di Napoli- febbraio 2012- Un vigile del fuoco impegnato a spegnere un rogo appiccato a rifiuti speciali e urbani. Nella cosiddetta Terra dei Fuochi basta spulciare i documenti dei Vigili del Fuoco ,dove sono registrati i tantissimi interventi dei pompieri per i roghi tossici, per capire la portata del fenomeno relativo ai roghi tossici. Da molti anni, la camorra e le piccole imprese che producono in nero e sono costrette a smaltire i rifiuti in nero, usa il sistema dei roghi tossici per liberarsi dei rifiuti e degli scarti industriali di ogni tipo.

di Rosario Caracciolo

Le città campane si tingono di grigio, sfumando verso il nero. Secondo il rapporto Ecosistema Urbano 2025 di Legambiente, Napoli si conferma al quart’ultimo posto tra 106 capoluoghi italiani, peggior città tra le grandi. Dietro di lei, Caserta 98°, Salerno 88°, mentre Benevento scivola all’80° posto. Solo Avellino mostra qualche segnale di risalita, al 52° posto.

Lo smog rimane un’emergenza cronica: nessuna città rispetta i nuovi valori guida OMS per PM10, PM2,5 e NO2. Napoli registra un biossido di azoto di 38 µg/mc, in peggioramento rispetto al 2023, mentre le perdite idriche raggiungono il 30%, un dato allarmante ma non estremo rispetto a Salerno e Caserta, entrambe al 61%.

Francesca Ferro, direttrice di Legambiente Campania, sottolinea che i cantieri della transizione ecologica potranno migliorare la vita urbana solo se guidati da strategie coerenti e partecipazione comunitaria. Rigenerare le periferie, creare corridoi verdi, pedonalizzare, puntare sulla forestazione urbana: questo è il vero riscatto possibile.

Se non si interviene con decisione, le città rischiano di sprofondare in un futuro opaco, dove bellezza, salute e qualità della vita diventano solo un ricordo. La Campania, tra smog e acqua che scivola via, chiede un cambio di passo immediato.

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