Di Angelo Tortora
“La Sla ha perso, io ho vinto”. Ada, 44 anni, l’operatrice socio sanitaria della provincia di Napoli affetta da Sla, le cui condizioni sono peggiorate in 8 mesi, e che si era rivolta all’ associazione Luca Coscioni per ottenere il diritto al suicidio assistito, ha vinto la sua battaglia. Oggi, l’Asl Napoli 3 Sud ha comunicato a lei e a un’altra sua assistita che come lei aveva chiesto di accedere alla procedura di suicidio medicalmente assistito, i pareri favorevoli del Comitato etico territoriale Campania 2, “emessi in tempi brevissimi a seguito delle relazioni trasmesse dalla Commissione tecnica multidisciplinare permanente istituita dall’azienda all’esito delle rispettive visite domiciliari”, sottolinea l’azienda sanitaria in una nota. L’Asl Napoli 3 Sud, ora, sta organizzando le modalità di attuazione delle procedure di auto somministrazione dei farmaci nelle modalita’ piu’ idonee alle condizioni cliniche delle pazienti e nel rispetto della loro dignità umana. “I percorsi, poi, dovranno essere condivisi con le istanti e con i relativi medici di medicina generale, nel rispetto delle indicazioni fornite dalla Corte Costituzionale con le sentenze 242/2019, 1357/2024 e 66/2025”, avverte l’Asl. La prima domanda di accesso alla procedura di suicidio medicalmente assistito di Ada era stata respinta dall’Asl Napoli 3 Sud in quanto “non sussistevano due dei quattro requisiti previsti dalle sentenze della Consulta.