Come tutti i progetti che devono prendere pienamente forma, il Napoli tornato in Primavera1 espone il cartello “work in progress”. Dalle parti di Cercola, sede degli azzurrini, i lavori dunque proseguono alacremente. Dopo un buon esordio (illusoria vittoria contro il Cagliari), il piatto langue: hanno inanellato ben cinque sconfitte consecutive in campionato. Un ruolino di marcia veramente tragico, che dimostra un pauroso gap rispetto alla concorrenza. Rimediando un’importante lezione di maturità nella Youth League, dal Manchester City. Ovvio che questo gruppo abbia un gran bisogno di questo tipo di esperienze internazionali; confrontarsi con i migliori aiuta a massimizzare il talento, pagando però un inevitabile dazio. Ma sta provando a spostare il livello prestativo. Tant’è vero che ha conquistato un meritatissimo pareggio con lo Sporting Lisbona. Tema delicato, l’Europa; non esiste una ricetta giusta per fare bene.
D’altronde, è una competizione Under19, mentre la soglia in campionato si alza agli Under20. Calcisticamente parlando, una differenza non di poco conto in ottica crescita, con giocatori biologicamente in pieno divenire. Per cui ci sono ampi gradi di variabilità all’interno dello stesso gruppo. E un anno rende maggiormente maturo in senso più ampio se parametrato alla mera età anagrafica. Probabilmente anche per questo motivo, l’allenatore, Dario Rocco, ha ruotato finora molti uomini, cambiando spesso formazione e sistema di gioco.
Orizzonte da definire
A parziale scusante di una squadra desolatamente ultima in classifica va sottolineato il tasso di ricambio interno alla rosa rispetto a quella che ha ottenuto la promozione attraverso i play-off solamente qualche mese fa. Allora, la rivoluzione estiva è coincisa con un crollo verticale verso il basso. Ma i risultati deludenti rischiano di essere fuorvianti, decretando un divario tecnico all’interno del Primavera1 tra il Napoli è le altre apparso tutt’altro che irrecuperabile. Certo è che oggi inseguire la salvezza, nonché dimostrarsi competitivi sul fronte europeo, appare una sfida complicata. Nonostante in calendario ci siano un mucchio di partite da disputare.
Insomma, visti i risultati maturati, magari lo sviluppo del progetto non appare in stato di avanzamento. Dimenticando che in qualità di neopromossa, questa squadra sta cercando di darsi un orizzonte ben definito. Ci può stare la delusione per la classifica deficitaria. Ma bisogna comunque considerare l’obiettivo che la dirigenza del settore giovanile vuole perseguire in questa stagione. Ovvero costruire un gruppo a “chilometro zero”, perciò inserito in un modello virtuoso sul piano della sostenibilità. Circostanza che innegabilmente produce i suoi effetti sulle ambizioni, al momento, alquanto limitate.
Uno dei limiti della Primavera attuale, assai vicino alla realtà dei fatti, è che non viene considerata funzionale alle esigenze di Antonio Conte. Una strategia sin troppo chiara, perché il Napoli, dall’alto dello status ormai consolidato di Top Club in Serie A, voglioso altresì di alzare l’asticella del suo valore in Champions, rende (quasi) impossibile il travaso in Prima Squadra. Quindi strappare qualche convocazione, se non per gli allenamenti infrasettimanali, rappresenta già un risultato degno di nota. In ogni caso, non una sorpresa assoluta, considerando la costante attenzione che l’allenatore salentino, da quando è sbarcato all’ombra del Vesuvio, riserva ai giovani talenti partenopei.
Prudenza con la linea verde
C’è un’altra cosa che va rimarcata, esistono club con cui si confrontano settimanalmente gli azzurrini in grado di monopolizzare con grande competenza gestionale il mercato giovani, in virtù di una forza economica non indifferente. Non necessariamente “big” della A. Per alcuni, infatti, la formazione Primavera è un’autentica ricchezza creata in casa. Una miniera d’oro, che va continuamente foraggiata con una minuziosa programmazione a medio-lungo periodo, corredata da acquisti per riempire gli eventuali slot carenti in organico, affinché alimenti a suon di plusvalenze gli investimenti sopportati nel tempo. Chiaro che poi della linea verde ne possa beneficiare, direttamente o indirettamente, pure la Prima Squadra.
In definitiva, una Primavera così poco competitiva, che non guarda al futuro, rischia di mancare clamorosamente l’appuntamento col presente. Un rischio forse calcolato dalla società di De Laurentiis. Giusto essere (moderatamente) preoccupati. Ma la critica a oltranza non aiuta nessuno: serve prudenza nel bocciare senza appello questi ragazzi. Va dato loro ancora un po’ di tempo, ripartendo proprio dal pareggio contro lo Sporting, uno dei migliori vivai d’Europa.
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