Di Angelo Tortora
“Azzerare il campo largo e ripartire daccapo”, scrive su X il leader di Azione, Carlo Calenda. “Leggo tante interviste di amici del Partito democratico che continuano a sostenere che solo un campo larghissimo puo’ battere la destra. Le Marche – non tanto l’esito quanto il distacco – dimostrano il contrario. Gli elettori liberaldemocratici non votano coalizioni pasticciate. Ma soprattutto non le votano se l’agenda la fanno i Cinque stelle e Avs cosi’ come sta accadendo in tutta Italia”. “Per gli elettori moderati la coalizione di sinistra e’ preoccupante e troppo ‘trainata’ dagli estremisti. E il mantra di ‘Schlein’ dell’unita’ a tutti i costi pone il Pd sotto continuo ricatto. In un momento di grande paura e incertezza Meloni e Tajani appaiono piu’ rassicuranti e piu’ affidabili – osserva l’ex ministro dello Sviluppo economico – . I conti sono sotto controllo e i dati economici modesti ma non critici. La Francia e’ la Gran Bretagna sono in un delirio di instabilita’, Sanchez ha problemi con la giustizia, in Germania cresce l’Afd. L’Italia in confronto sembra un’oasi di stabilita’. A due anni dalle elezioni servirebbe il coraggio di uscire da dalla prigione del campo largo e costruire un’alternativa partendo da un’agenda pragmatica e riformista”, ribadisce Calenda. “Il modello ‘Ulivo’ ripetuto come un mantra da tutta la sinistra non funziona quando i partiti populisti pesano meta’ della coalizione e il Pd e’ paralizzato dall’indecisione e da una linea gruppettara. Per costruire un’alternativa occorre abbandonare il campo largo e ripartire dal centro, rafforzandolo. Azione e’ impegnata a fare questo lavoro. Servono dei ‘volenterosi’ che abbiano il coraggio di andare per l’alto mare aperto a recuperare voti e astenuti battendosi sui temi concreti: da Stellantis alla crisi del regionalismo; dalla difesa all’Ucraina. Datevi una mossa. La soluzione non la troverete dietro Fico, Taverna, Tridico, Conte, Bonelli ma con un atto di coraggio”, conclude Calenda.