La Serie B è giunta appena alla seconda giornata, ma si possono fare già le prime valutazioni in casa Juve Stabia. Evidentemente l’aria che si respira a Castellammare sta facendo bene a Marco Varnier. Ormai ha schiacciato il tasto reset, rimettendosi in gioco. Tornando quel centrale stiloso che agli esordi con la maglia del Cittadella aveva impressionato tanto gli addetti ai lavori. Elevando i propri limiti, senza tuttavia mostrare mai l’altra faccia della medaglia legata alla giovane età. La sua storia è stata raccontata mille volte. Si ambientò talmente velocemente in Serie B, da conquistare la Nazionale Under 21. Oltre alla palma di miglior difensore del campionato 2017/18, sulla scorta dei voti espressi direttamente dai tecnici della cadetteria, sostanzialmente concordi che fosse decisamente troppo forte per la categoria.

Insomma, mai decisione fu più azzeccata, quella di accettare due estati fa la corte del diesse Lovisa, portandosi dietro quell’aura di pulizia tecnica, che le ginocchia fragili non avevano cancellato. Magari, al tempo, la sua cartella medica lasciava trasparire qualche dubbio, dopo un paio di gravi infortuni che ne avevano frenato la carriera: capitolo imponderabile, nella vita di un calciatore professionista, che ne può interrompere l’ascesa in qualsiasi momento. Ma oggi la fiducia scorre di nuovo prepotente nelle sue vene. La voglia di tornare ad essere importante grazie al sacrificio e la forza di volontà hanno fatto veramente la differenza.

Che duello con Adorante

Varnier ha la fisicità (187 cm d’altezza per 82 kg di peso) adatta per dominare all’interno della propria area di rigore, sia nei duelli aerei che in situazione di uno contro uno. Perciò soddisfa appieno la necessità di Abate; cioè poter contare su una risorsa abile col pallone, ma soprattutto, attenta alle marcature preventive. Che però sappia rompere anche la linea, per lasciare la comfort zone degli ultimi sedici metri e accorciare in avanti, a caccia dell’avversario diretto.

Ecco perché non ci sono spiegazioni barocche per raccontare la sfida fratricida con Adorante: il centrale delle Vespe si è goduto ogni momento nel marcarlo con efficacia, limitandone al minimo sindacale la pericolosità. Sia chiaro, non deve suonare irrispettoso nei confronti di uno tra gli attaccanti più dominanti dello scorso campionato, ma è interessante rimarcare la reattività con cui Varnier scalava in avanti per non far girare il centravanti del Venezia. Uno tendenzialmente rapido a ricevere di spalle e poi sgusciare via. Nondimeno, non è riuscito minimamente a incidere, con l’ex compagno di squadra talmente asfissiante da optare, come unica opzione credibile, di abbassarsi per avere qualche pallone giocabile.

Utile alla manovra

Va pure ricordato che il nuovo allenatore della Juve Stabia non sembra voler fossilizzare la fase di possesso puntando su un’unica soluzione, potendo contare su un portiere come Confente, dotato di un calcio lungo e pulito, che consente ai gialloblù di esplorare la profondità con una giocata diretta. Al contempo, può affidarsi ad una costruzione maggiormente articolata, grazie a centrocampisti dai piedi educati, funzionali a portare la palla in zone più avanzate di campo attraverso il palleggio sul breve. Uno scenario in cui avere a disposizione un difensore come Varnier non può che fare bene alla manovra collettiva.

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