Giornata salernitana per il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, che ha toccato tre temi centrali per lo sviluppo e l’immagine della città: l’ammodernamento del Centro Agroalimentare, la nuova edizione delle Luci d’Artista e i lavori allo stadio Arechi in vista di Euro 2032. Il governatore ha inaugurato l’avvio dei lavori nel Centro Agroalimentare della zona industriale, finanziati con 10 milioni di euro del Pnrr. “È un intervento di ampliamento importante per il commercio ittico e ortofrutticolo – ha spiegato – con nuovi capannoni, punti vendita, aree di parcheggio e un impianto di videosorveglianza. Potrà ospitare anche eventi fieristici e, con l’aeroporto operativo, diventerà un volano per l’export”. I lavori, ha assicurato De Luca, si concluderanno entro maggio.

Lo sguardo è poi passato alla cultura e al turismo con la presentazione delle Luci d’Artista 2024-2025: “Quest’anno saranno bellissime. Il direttore artistico, alla fine, sono io – ha scherzato De Luca –. Torneremo allo stile Salerno, con installazioni spettacolari al Corso, in via dei Mercanti e nella villa comunale, dove arriveranno nuovi animali preistorici. In piazza Flavio Gioia l’opera si intitolerà ‘E le stelle stanno a guardare’. Avremo almeno 4-5 opere di grandissima bellezza”.

Infine, spazio allo sport e alle infrastrutture. De Luca ha confermato che lo stadio Arechi sarà tra i pochi impianti italiani pronti per ospitare gli Europei del 2032: “Lo renderemo il più moderno del Paese. Lavoreremo sulla Curva Nord e potremo avviare i lavori anche in contemporanea allo stadio, vista la retrocessione della Salernitana. Ma – ha aggiunto – serve che la squadra torni presto in categorie superiori: non possiamo investire 150 milioni per poi coltivare papaveri. La città e i tifosi meritano una squadra di livello”.

Tra infrastrutture, eventi e calcio, De Luca ha delineato una prospettiva che punta a rafforzare l’immagine e le opportunità economiche di Salerno: “Stiamo andando avanti – ha concluso – in un Paese dove si parla molto ma si fanno poche opere pubbliche”.

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