Saranno avviati in serata, nella Marina di Portisco alle porte della Costa Smeralda, gli accertamenti tecnici sulla barca dove l’8 agosto scorso è stato ritrovato senza vita Giovanni Marchionni, 21 anni, originario di Bacoli. Le analisi riguarderanno in particolare il vano batterie e il serbatoio delle acque nere del wc chimico installato a bordo. L’incarico per le perizie è stato affidato oggi in tribunale a Tempio Pausania, nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla procura guidata da Gregorio Capasso con la sostituta Milena Aucone. Il fascicolo, al momento contro ignoti, ipotizza il reato di omicidio colposo. A rappresentare la famiglia del giovane sarà l’ingegnere Antonio Scamardella, mentre per la procura opererà il consulente Giuseppe Mangano.

Secondo una prima ricostruzione, la morte del ragazzo potrebbe essere stata causata dalle esalazioni tossiche prodotte dal wc chimico. Tuttavia, l’autopsia non ha fornito risposte definitive e saranno gli esami tossicologici a chiarire le cause del decesso.

Il caso presenta anche un aspetto legato al lavoro. In Campania, la direzione generale dell’Inail ha avviato un’indagine per verificare se si possa configurare un infortunio sul lavoro. Familiari, amici e il sindaco di Bacoli, Josi Gerardo Della Ragione, hanno infatti sostenuto che Marchionni si trovasse in Sardegna per ragioni professionali. Di parere opposto i proprietari dello yacht, imprenditori campani, che ribadiscono si trattasse di una vacanza e hanno incaricato gli avvocati Giampaolo Murrighile e Sebastiano Giaquinto di seguire il caso.

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