Di Angelo Tortora
“In uno scenario dominato da nomi, indiscrezioni e autocandidature, il vero dibattito politico non è ancora iniziato. Le forze politiche non hanno ancora individuato i candidati, e il rischio che l’astensionismo raggiunga livelli record è concreto”. Ne è convinto Enzo Rivellini, coordinatore cittadino Lega/Napoli capitale valutando che le elezioni regionali in Campania si avvicinano, “ma la politica sembra ancora in letargo”. Per Rivellini, in questo clima di attesa il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi “resta il vero ago della bilancia”. “I suoi silenzi, tutt’altro che casuali, influenzano – sostiene il coordinatore cittadino del Carroccio – sia il centrosinistra che il centrodestra. Manfredi sa che Vincenzo De Luca non potrà mai unirsi alla destra o creare un terzo polo senza tradire la propria storia e isolarsi politicamente. Alla fine, pur di non perdere rilevanza, De Luca accetterà qualsiasi accordo con il centrosinistra. Nel frattempo, aspetta e osserva, sfruttando gli errori del centrodestra”. Un centrodestra che, sono le parole di Rivellini, sembra rincorrere il centrosinistra sul terreno delle alleanze basate sulla semplice somma di liste, un approccio che si rivela suicida. Il centrosinistra controlla già città, province, Asl e gran parte dell’apparato di potere in Campania. Se la sfida si riduce alla competizione per il consenso clientelare, l’esito è già segnato. “La vera partita – si legge nella nota di Rivellini – può riaprirsi solo sul piano politico. Il centrodestra ha l’opportunità di denunciare il fallimento del governo di Vincenzo De Luca e di evidenziare le contraddizioni all’interno della coalizione avversaria. È il momento di mettere in luce le divergenze tra Pd e 5 Stelle, come quelle sul termovalorizzatore o sul Reddito di Cittadinanza, e di proporre un’alternativa di governo concreta e vincente, prendendo come esempio modelli di successo già sperimentati in altre Regioni, come il Veneto, o a livello nazionale. Per riconquistare Palazzo Santa Lucia e riportare i cittadini alle urne, la strategia vincente non risiede nella scelta di un candidato “civico” o “politico” (una distinzione artificiale, poiché chiunque si candidi a governare la Regione diventa per forza un politico), ma nell’apertura di un confronto serio e trasparente. La politica e i programmi concreti sono gli unici strumenti per vincere questa sfida, superando – è scritto in conclusione – le logiche di potere e le strategie non dichiarate che finora hanno dominato la scena”.