Il marchio di Romelu Lukaku sullo scudetto del Napoli è stato sin troppo evidente, nonostante in tanti ne abbiano sottovalutato l’importanza. Determinante, al di là delle cifre (ha messo a referto una pesantissima “doppia-doppia” lo scorso campionato: 14 gol e 10 assist), il contributo tattico offerto dal centravanti belga in termini di intelligenza nelle letture. Big Rom era il vero punto di riferimento della manovra offensiva di Conte. E soprattutto nelle partite bloccate diventava la principale opzione degli azzurri. Perciò l’eco del suo strappo muscolare rimbomba nelle stanze del potere, tra Castelvolturno e gli uffici della Filmauro, stravolgendo i delicati equilibri di mercato predisposti dai Campioni d’Italia.
Eppure, giusto il tempo di metabolizzare la notizia, il club partenopeo s’è messo all’opera, incurante dell’umore della piazza. Anche se i tifosi all’ombra del Vesuvio premono per risolvere immediatamente la situazione, forte la sensazione che Manna (tra l’altro, pure lui alle prese con un infortunio…) voglia procedere con cautela nello scegliere un profilo aderente alle esigenze dell’allenatore. Dovendo fare al contempo i conti con la concorrenza del Milan, anch’esso disperatamente a caccia di un attaccante. Mentre l’Atalanta pare essersi tirata fuori dalla contesa, avendo appena chiuso con il Lecce per Nikola Krstovic, ennesimo capolavoro di Pantaleo Corvino in tema di plusvalenze, considerando che i salentini l’hanno venduto per 25 milioni di euro alla Dea. Producendo così un utile di bilancio mostruoso rispetto ai 3.9 milioni pagati nell’estate ’23 per portarlo in Italia.
Tanto fumo, poco arrosto
Quindi, benché Manna sia temporaneamente infermo, continua a fare al meglio il suo lavoro. Vale a dire scovare il rinforzo per Conte attraverso uno scouting estremamente approfondito, funzionale a scovare poi il nome del possibile colpo in entrata da mettere a segno nei prossimi giorni. Consapevole che in questa fase del mercato fare shopping per il Napoli non è affatto agevole. Soprattutto perché il bisogno impellente di sostituire in organico Lukaku fa a cazzotti con la spending review, in materia di ingaggi da elargire, oltre che per il costo (eventuale) del cartellino. In effetti, le pretese dei potenziali venditori – non solo sceicchi, magnati della finanza globale o fondi stranieri di investimento – sono tutte orientate a patrimonializzare il capitale umano a loro disposizione, approfittando dello stato di necessità degli azzurri.
Nondimeno, deve essere chiaro un principio: la ricerca non è fossilizzata esclusivamente verso un top player. Potrebbe dunque bastare un nome poco conosciuto al grande calcio internazionale, per esempio, qualcuno tipo Pinamonti o Piccoli? Oppure meglio l’idea di rilanciare con il Manchester United, provando a chiudere Hojlund in prestito? A tal proposito non va dimenticato che il Milan è stato già respinto con perdite dai Red Devils, intenzionati a garantirsi una formula contrattuale vantaggiosa: l’obbligo piuttosto che il semplice diritto di riscatto al termine della stagione 2025/26. Il capolavoro sarebbe riuscire a mettere le mani su Kean, ma per convincere la Fiorentina, Manna dovrà veramente compiere un’impresa titanica. Improponibili, a vario titolo, soluzioni dal sapore vagamente esotiche (Arokodare del Genk, Mateta del Crystal Palace) o alquanto fantasiose (Cutrone, Dovbyk).
Magari l’unica cosa giusta da fare è aspettare che Lukaku guarisca, nella speranza che a Lucca con venga mai un raffreddore. E nel frattempo tamponare la rosa almeno numericamente con Ambrosino. Aspettando fine mese per voltare definitivamente pagina: visto che la storia tendenzialmente si ripete con sconcertante ciclicità, alcuni dei nomi elencati finora potrebbero tornare prepotentemente d’attualità.
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