Al netto della sconfitta contro l’Audace Cerignola, il primo vero contatto con la nuova annata, l’Avellino ha dimostrato di avere comunque una precisa identità. Accompagnata, ovviamente, da gambe pesanti e inevitabile mancanza di intensità. Siccome nei bilanci estivi rientrano le cose da migliorare (sicuramente brillantezza e reattività…), ma anche quelle buone, affascina l’idea di una squadra capace di garantire giocate di qualità, associate a soluzioni offensive variegate. Insomma, i capisaldi del calcio proposto da Biancolino, nonostante campeggi in bella vista il cartello che segnala i lavori in corso.
Perciò in questo mercato a modo suo l’Avellino ha condotto una campagna acquisti rivoluzionaria. Nel senso che la proprietà ha dato mandato a Mario Aiello di completare la rosa per continuare a rinforzarsi. Cioè, tentare, qualora si fossero concretizzate le giuste opportunità, di mettere a segno un colpo importante. E il diesse non ha certo disatteso le aspettative, perché Gennaro Tutino rappresenta la classica ciliegina sulla torta con cui gli irpini vogliono davvero dare un calcio ai luoghi comuni. In un campionato dove spesso le neopromosse si muovono con i piedi di piombo, in tema di top player, un acquisto di tale calibro equivale a mandare un segnale forte a tutta la Serie B: non conta lo status, fondamentale provare ad accontentare Biancolino, oltre a coccolare (con moderazione…) l’anima dei tifosi biancoverdi.
D’altronde, appena due campionati fa, Tutino ha letteralmente dominato la Serie B in maglia Cosenza, mostrando di essere un offensive player completo, potenzialmente in grado di fare la differenza, sia a livello di partecipazione attiva alla manovra, che in fase di finalizzazione, destreggiandosi in ogni posizione della prima linea. Ecco che offriva lo scarico ai compagni, muovendosi con grande sensibilità strategica spalle alla porta. Oppure rompeva i raddoppi, con autorità e forza fisica, palesando inoltre doti di imprevedibilità nelle occasioni in cui si defilava, per ricevere sugli esterni piuttosto di puntare la linea difensiva partendo dalla trequarti.
Un lusso per la B
Che l’ex Sampdoria sia un lusso per la cadetteria nessuno può metterlo in dubbio. Avere ben presente questa premessa è imprescindibile per capire fino in fondo la portata di un’operazione che intreccia in maniera indissolubile esigenze tecnico-tattiche a considerazioni meramente economiche e di bilancio. In effetti, i blucerchiati contribuiranno al pagamento di una quota sostanziosa dell’ingaggio di Tutino, liberandosi di un giocatore orami ai margini del progetto allestito da Massimo Donati, quindi fuori dai piani dell’allenatore. Contemporaneamente, la società alleggerisce il monte stipendi.
In realtà, l’estate di ogni buon direttore sportivo che si rispetti è fatta così, vive di momenti. In confronto alla stagione passata, quando lo sbarco di Tutino a Genova aveva scatenato movimenti tellurici circa le ambizioni promozione dei doriani, oggi il quadro è cambiato radicalmente, creando dunque i presupposti per accomodare allo stesso tavolo Aiello e l’attaccante, con la Sampdoria pronta a benedire l’affare. Del resto, la ricerca della felicità passa attraverso intuizioni positive, vantaggiose stilisticamente; nonché ineccepibile nei termini contrattuali.
Accantonata la prematura eliminazione della Coppa Italia, l’Avellino guarda già oltre. Adesso l’obiettivo principale, a una settimana dall’esordio in campionato a Pescara, sembra essere quello di adeguare i calciatori in organico ai principi di gioco, senza tradire le loro caratteristiche. Pensando a far coesistere la fantasia di Roberto Insigne con la creatività di Tutino. Il senso del calcio proattivo declinato dai tenori dell’attacco disegnato da Biancolino, che – non dimentichiamolo mai -, può contare pure su Lescano, in attesa del pieno recupero di Favilli.
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