Di Angelo Tortora
Intanto, dopo polemiche, gaffe e le “pezze a colore” si registrano le prime defezioni come Fandango di Potenza e Catapano di Palma Campania che hanno chiesto di essere rimossi dall’elenco
Negli ultimi anni, 50 Top Pizza è diventata un punto di riferimento nel panorama internazionale, ma sono emerse preoccupazioni riguardo ai criteri di valutazione e selezione.
“Non credo che l’attuale sistema rappresenti pienamente la realtà globale del mondo pizza”, afferma Giuseppe Vesi, storico pizzaiolo napoletano. “Un evento di tale portata, che ambisce a premiare le eccellenze, dovrebbe fondarsi su parametri chiari, trasparenti e accessibili a tutti”.
L’ultimo caso in ordine di tempo è quello della pizzeria Fandango di Potenza, che ha chiesto di essere cancellata dalla classifica. Le ha fatto eco Catapano di Palma Campania che ha chiesto di essere rimossa dalle classifiche.
La stessa 50 Top Pizza ha ammesso pubblicamente, per voce dell’organizzatore, che durante la cerimonia sono state riportate, dal presentatore ufficiale, informazioni imprecise sui numeri delle visite effettuate, parlando di cifre non corrispondenti alla realtà. Questa affermazione, scredita lo stesso evento, visto il numero esiguo di pizzerie visitate realmente.
Un ampio divario resta perciò tra le poche centinaia di ispezioni realmente condotte e le circa 35mila, che è il numero delle pizzerie in Italia, che sarebbero necessarie per poter stilare classifiche credibili. Questo rende improprio, secondo molti professionisti, l’uso di titoli come “Miglior pizzaiolo d’Italia” o “Miglior pizzaiolo del mondo”, poiché la definizione di “migliore” non può essere attribuita senza aver valutato la maggior parte dei locali. Verrebbe da dire, riprendendo una battuta di Totò, in Miseria e Nobiltà che “la migliore non c’è”.
“Molti professionisti – prosegue Vesi – chiedono valutazioni oggettive e verificabili. Questo perché le classifiche influenzano notevolmente la percezione del pubblico e possono spostare importanti flussi di clientela, con ricadute economiche significative per chi ne fa parte e per chi ne resta escluso”.
L’obiettivo di questa posizione non è mettere in discussione l’esistenza di premi e riconoscimenti, ma garantire che siano fondati su criteri equi, inclusivi e rappresentativi di tutta la comunità del mondo pizza.