Ci avviciniamo ad agosto ed il calciomercato dell’Avellino inizia a delineare un certo pattern: il modello seguito finora da Mario Aiello rimane quello di impreziosire la rosa a disposizione di Biancolino con giocatori buoni per la categoria, tipo Roberto Insigne e Favilli. Ed al contempo, inseguire potenziali diamanti grezzi. Non a caso, il diesse ha scommesso su Matteo Marchisano (classe 2004), un ibrido tra terzino e laterale a tutta fascia, che lascia immaginare prospettive sconfinate di crescita tecnico-tattica. Perfetto, dunque, per un progetto a medio termine com’è quello pensato dalla società irpina, fortemente intenzionata a consolidarsi in Serie B. E poi pensare ad alzare l’asticella delle ambizioni.
Cresciuto nel settore giovanile del Napoli, dopo la Primavera, nell’estate ’23, Marchisano è andato in prestito alla Pro Sesto. Una esperienza talmente contraddittoria, da spingere il club partenopeo a riprenderselo e girarlo al Potenza, a gennaio, nel mercato di riparazione. La stagione passata, un altro trasferimento temporaneo, questa volta alla Cavese. Magari il suo acquisto non eccita oltremodo i tifosi. Nondimeno, segue la tipica dinamica del direttore sportivo biancoverde, che considera lo scouting una cosa estremamente seria. Insomma, potrebbe rivelarsi una scelta fruttifera; per quello che promette di poter diventare nei prossimi mesi, c’è grande fiducia intorno a questa operazione. Approfondiamo, quindi, i motivi che hanno convinto l’Avellino a puntare su di lui, decisamente un volto nuovo per la cadetteria.
A guardarlo, la prima impressione è legata alla fisicità (alto 1,86 cm), che ne esalta la fluidità della corsa, con e senza palla. Ma ha altre doti interessanti. Non si tira certo indietro quando si apre sull’esterno, garantendo l’ampiezza. Oppure le volte che si spinge nella trequarti altrui, portando il pallone in avanti sulla fascia destra. In questo senso, sembra avere il profilo perfetto per adattarsi efficacemente al gioco di Biancolino, fatto di intensità e continue letture nelle due fasi. Per cui serve alzare e abbassare il baricentro in funzione dei vari momenti della gara. Una caratteristica che soprattutto difensivamente, gli permetterebbe di interpretare i movimenti dell’avversario diretto, assorbendone gli strappi o andandolo a prendere lontano dai compagni di linea. Inoltre, proprio in virtù della conformazione morfologica, non avrebbe molti problemi nella difesa posizionale, cioè quando gli tocca “accoppiarsi” in area, in situazione di uomo vs uomo.
Ecco, se Marchisano avrà un veloce percorso di crescita, diventando immediatamente impattante nelle rotazioni dell’allenatore, allora l’idea di aver investito su un giovane talento dal ruolo assai fluido, convertirà l’ipotetica scommessa in vincente strategia.
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