Former Italian Prime Minister and founder of Italian party 'Italia Viva' Matteo Renzi gestures as he speaks to journalists during a press conference of the foreign press association, in Rome, Italy, 07 June 2024. ANSA/ETTORE FERRARI

Matteo Renzi affonda sul caso Almasri e non risparmia critiche durissime al ministro della Giustizia Carlo Nordio e alla sua capo di gabinetto, Elisabetta Maria Bartolozzi. In un’intervista rilasciata a La Stampa, il leader di Italia Viva alza i toni dello scontro istituzionale: “L’unica cosa certa è che qualcuno ha mentito. E devono venire in Aula a dire chi è stato. Il Parlamento va rispettato: l’opposizione fa domande, il governo deve dare risposte”.

Renzi si riferisce al caso della mancata estradizione del dissidente palestinese Almasri, per il quale – sostiene – ci sono state omissioni o menzogne ai danni del Parlamento. “Nordio disse in Aula che la prima comunicazione su Almasri non era chiara. Scopriamo ora che la sua capo di gabinetto era così preoccupata da chiedere che non si lasciasse traccia nei documenti ufficiali. Delle due l’una: o Nordio ha mentito, o Bartolozzi gli ha nascosto le informazioni”.

Con toni provocatori ma precisi, Renzi insiste: “Per la stima che ho verso Nordio, mi auguro che abbia mentito. Se dice la verità, significa che la sua capo di gabinetto lo eterodirige. Preferisco un Nordio che mente a un Nordio fantoccio”.

Il leader di IV ritiene che la situazione sia diventata insostenibile: “Nordio è indifendibile. O si dimette lui, o deve allontanare chi lo circonda. Ma Bartolozzi – accusa – è protetta dalla ‘fiamma magica’, da Mantovano a Delmastro. Quando lei scrive di essere già informata e Nordio dice di non sapere nulla, è chiaro che qualcuno da Palazzo Chigi l’ha avvertita”.

Renzi denuncia anche quello che definisce uno squilibrio tra potere politico e apparati: “Siamo nelle mani di ex magistrati che stanno trasformando il governo in un fortino inaccessibile. Ho sempre combattuto le toghe rosse, ma non consentirò che queste toghe brune si sostituiscano al Parlamento”.

Nel finale, non manca un attacco a Pier Silvio Berlusconi e a Giorgia Meloni: “Pier Silvio non è Silvio. Sta trasformando Mediaset in un partito al servizio della premier senza prendersi la responsabilità del consenso. Tratta Tajani come Ilary Blasi. E Meloni? È fragile, vede complotti ovunque, si circonda solo di parenti ed ex fedelissimi. Così – conclude – non si governa nemmeno un Comune di terza fascia, figuriamoci l’Italia”.

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