La Campania si conferma ancora una volta la regione con il più alto numero di reati ambientali in Italia. È quanto emerge dal nuovo rapporto Ecomafia 2025 di Legambiente, presentato oggi a Roma, che fotografa un aumento allarmante delle illegalità ambientali sul territorio regionale: 6.104 reati registrati nel 2024, pari al 15% del totale nazionale, con una crescita del 23% rispetto all’anno precedente. Una media di oltre 16 reati al giorno.

La provincia di Napoli si conferma in testa alla classifica nera con 2.313 reati ambientali, seguita da Bari (1.526) e da Salerno, che sale al terzo posto con 1.321 illeciti, scalzando Avellino, ora sesta con 906 reati. Il rapporto evidenzia anche l’intensificarsi delle azioni giudiziarie: 5.580 persone denunciate, 50 arrestate e 1.431 sequestri eseguiti in Campania.

A preoccupare non è solo il numero dei reati, ma la loro sistematicità: secondo Legambiente, circa 230 clan mafiosi sono stati attivi negli ultimi trent’anni in tutte le filiere dell’ecomafia campana, dal ciclo illegale dei rifiuti all’abusivismo edilizio, fino alla corruzione negli appalti pubblici. In particolare, tra maggio 2024 e aprile 2025, sono state 88 le inchieste giudiziarie avviate per casi di corruzione legati ad attività con impatto ambientale, con la Campania seconda per numero di arresti (77), dietro alla Puglia (96).

“Questi numeri e queste storie – dichiara Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania – testimoniano l’impegno fondamentale di forze dell’ordine, magistratura e enti di controllo. Ma occorre fare di più: serve una risposta politica chiara e determinata. Alla legge 68 del 2015 sugli ecoreati vanno affiancati nuovi strumenti per contrastare anche agromafia, abusivismo edilizio e corruzione ambientale, rafforzando i controlli su tutto il territorio nazionale”.

Legambiente ha anche presentato un pacchetto di 12 proposte operative per intensificare la lotta alle illegalità ambientali, chiedendo un maggiore coordinamento tra le istituzioni, controlli più efficaci, pene più severe e maggiore trasparenza negli appalti pubblici.

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