Smaltita l’euforia per la promozione in Primavera1, il Napoli si appresta a programmare la prossima stagione, che dovrebbe vedere ai nastri di partenza anche la ricostituita Under18. Manca ancora l’ufficialità, ma l’idea è quella di creare una sorta di cuscinetto, alla fine del classico ciclo che culmina con gli Allievi Nazionali. A quel punto, non tutti hanno completato il percorso di crescita, tecnica e fisica. Per cui, mandarli a giocare con la Primavera – l’ultimo gradino verso il professionismo – sarebbe controproducente. Per alcuni dei migliori prospetti del vivaio azzurro, dunque, meglio un anno di transizione, in un gruppo omogeneo per età e livello. La formula pensata da Peppe Santoro, convinto l’estate scorsa a fare un passo indietro, dalla “prima squadra” al settore giovanile, con la chiara intenzione di rilanciarne prepotentemente le ambizioni, per compensare eventuali lacune nei ragazzi, rimane quella di organizzare una U18 magari senza nomi altisonanti sulla carta. Ma all’interno di un contesto che permetterebbe poi di apprezzarne meglio lo spessore e il talento. Allora, sulla generazione dei 2008 la società partenopea ripone grandi aspettative.
Cosa dovremmo aspettarci quindi dal Napoli U18? In primis, nessun paradosso circonda questa squadra. Perché, vivendo in un’epoca in cui il talento non sempre si manifesta con precocità, è importante pensare non tanto a quale sia il livello attuale; bensì il grado di maturazione che teoricamente potrebbe raggiungere tra un paio di anni. Almeno questo dovrebbe essere il senso ultimo del progetto. Prendiamo, per esempio, un difensore come Claudio Lieto. Sembra destinato a non rimanere molto nel limbo del calcio giovanile, in virtù di una fisicità devastante. Rapido nel primo passo, nonostante la morfologia tipica dei corazzieri (è alto 1,87 cm). In effetti, non si tira indietro se c’è da fare a sportellate con l’attaccante. Al contempo, gli piace pure leggere la situazione. Non a caso, eccelle nelle marcature preventive e nell’anticipare l’avversario. Senza trascurare un piccolo particolare: nel gioco aereo – difensivo e sulle palle inattive a favore – sprigiona potenza e timing. Per esempio, in campionato, contro il Frosinone, ha segnato addirittura una tripletta. Certo, la gradualità è d’obbligo, specie nei ruoli di responsabilità in retroguardia. Ma per il tipo di calcio che esprime Lieto, immaginare un futuro radioso, costruito passo dopo passo, quasi in punta di piedi, non è affatto azzardato.
Ovviamente non è l’unico che potrebbe avere un futuro importante in maglia azzurra l’anno che verrà. Negli uffici di Cercola (sede di Primavera e U18) stimano molto l’attaccante Raffale Saviano, finora un po’ frenato dagli infortuni. Pronto anche Ciro Castaldi, rientrato dal prestito all’Ascoli; l’intenzione è quella di testarne le doti in costruzione a centrocampo. Verrà presto buttato nella mischia pure Elia Favicchio, estroso esterno offensivo, dal dribbling secco; nello stretto riesce quasi sempre a bruciare il raddoppio.
Insomma, senza voler fare retorica, chi conosce davvero il settore giovanile del Napoli sa che ogni stagione Giovanissimi e Allievi Nazionali raggiungono ottimi risultati. Il problema atavico rimane lo step successivo. Quando la competizione non è più tra pari età, e comincia a non determinare effettivamente il valore o l’affidabilità di un giovane calciatore. E poco importa che i vertici della proprietà considerino il vivaio una soluzione poco funzionale alle proprie ambizioni. Del resto, il Napoli ormai ha raggiunto uno status da “big”, con un livello competitivo altissimo. Perciò appare velleitario pensare ad un travaso dalla Primavera direttamente alla Serie A. In questo scenario, Santoro lavora affinché ci sia un costante miglioramento della cd. “classe media”. Giocatori, cioè, che forse non raggiungeranno mai l’élite. Nondimeno, potranno quantomeno avere l’opportunità di sbarcare nel professionismo, inseriti come merce di scambio, a parziale conguaglio di operazioni di mercato, in qualità di contropartita tecnica. Oppure utilizzati per realizzare una buona plusvalenza di bilancio.
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