foto Antimo Piccirillo

C’è un filo sottile che lega Napoli a Cagliari. Tutto ruota attorno a Elia Caprile, sbarcato con la formula del prestito in rossoblù lo scorso gennaio, ad una cifra già fissata per riscattarlo: circa otto milioni di euro. Pare che l’intenzione dei sardi sia di liquidare i Campioni d’Italia. Ma per tenerselo ben stretto, oppure con l’evidente intenzione di metterlo immediatamente sul mercato, ricavandoci un sostanzioso guadagno? Proviamo a scoprirlo. Partendo dal presupposto che l’eventuale trasferimento di Maignan o Carnesecchi in Premier League darebbe vita ad un vero effetto domino. Con Caprile prima alternativa a Svilar qualora il Milan non riuscisse a convincere la Roma a cedergli il suo titolare. In subordine, destinato a indossare la maglia dell’Atalanta, se i bergamaschi accettassero le lusinghe del Manchester United per il loro portiere. Cosa al momento nient’affatto scontata.

In questo senso i prossimi giorni riveleranno certamente le reali intenzioni dell’estremo difensore. Considerando anche le parole del procuratore. Graziano Battistini, infatti, ha confermato l’intenzione del suo assistito: “L’indirizzo sembra che sia quello di restare al Cagliari …”. Che pur non avendo ricevuto fisicamente la medaglia, ha contribuito fattivamente allo scudetto del Napoli, avendo giocato tra settembre e ottobre quattro partite consecutive, in sostituzione dell’infortunato Meret. Con Caprile in campo – dal 1′ contro Monza, Como ed Empoli, dopo essere subentrato nel primo tempo del match con la Juventus -, gli azzurri hanno il conquistato dieci punti (due goal subiti). Ragion per cui un pezzetto di tricolore appartiene sicuramente pure a lui.

Come la stragrande maggioranza dei portieri contemporanei, chiamati ormai da anni a curare nei minimi dettagli la tecnica podalica, Caprile interpreta il ruolo con una naturale propensione alla costruzione dal basso. Proprio la buona capacità nel gestire la palla, sia sul corto che sul lungo, gli consente di usare efficacemente entrambi i piedi. Nel controllo orientato e poi nella trasmissione. Un fattore non trascurabile, specialmente da quegli allenatori che intendono sviluppare un progetto “giochista”, orientato su una prima costruzione ambiziosa e manovrata. Perciò a caccia di un profilo che veicoli nei compagni di reparto un deciso senso di fiducia.

Caprile resta un portiere in grado di garantire continuità a livello prestativo. Strutturato fisicamente. Concentrato, reattivo e mai scomposto le volte che si allunga in tuffo. Esplosivo nell’uso della mano di richiamo per deviare il pallone. Con riflessi fulminei nell’accartocciare il corpo negli interventi “a cucchiaio”, cioè sulla figura. La scelta di lasciare il Napoli a metà stagione per giocare con continuità non ne ha assolutamente oscurato le prospettive di crescita. Anzi, ne ha esaltato il solido rendimento. Al punto da etichettarlo con una parola: affidabile. Ecco spiegato il motivo per cui è diventato assai appetibile.

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