Di Giulia Di Lorenzo
In un momento storico in cui il turismo si interroga sul proprio ruolo tra impatto ambientale, riscoperta delle radici e rigenerazione territoriale, il tavolo tematico “Borghi, cammini e turismo religioso, orientato allo sviluppo sostenibile dei territori attraverso l’integrazione tra cultura, natura e spiritualità” ha rappresentato uno degli snodi più alti e significativi dell’edizione degli Stati Generali della Cultura 2025, organizzati dalla Regione Campania, a Napoli il 13 e 14 giugno.
Con la moderazione attenta e visionaria dell’architetto Denis Falconeri e la precisa sintesi della rapporteur Marina Fumo, si è dato spazio a un confronto di grande valore, animato dagli interventi di esponenti autorevoli del mondo istituzionale, professionale e associativo: da Vincenzo Porzio a Antonio Vella, da Eligio Troisi a Vittorio Esposito, passando per il contributo di Riccardo Luca Guariglia e altri protagonisti che hanno saputo delineare una visione integrata, capace di connettere la dimensione spirituale dei cammini religiosi con il bisogno tangibile di rilanciare i piccoli borghi in chiave sostenibile.
In questo contesto di riflessione e proposta, ha avuto un ruolo chiave Ciro Iengo, Presidente di Artesa e Vicepresidente di APS “Campania Vision e Progetti”, che ha portato al tavolo non solo la voce di chi vive i territori, ma anche l’esperienza di chi li attraversa da anni con passione progettuale e spirito di servizio.
La sua visione è nitida: costruire ponti tra i territori dell’entroterra e le fasce costiere della Campania – dal Matese al Cilento, passando per il Taburno, l’Irpinia e la Costiera Vesuviana – per generare una rete di sviluppo che sia radicata nella cultura, inclusiva per le comunità e aperta all’innovazione.
“Artesa – ha ricordato Iengo – è una società che coltiva il futuro dei giovani e meno giovani attraverso la storia, la cultura, il cibo, il territorio.” Da questo impegno è nata la proposta di un Comitato evento per la Costiera Vesuviana, che idealmente unisce il mare con il Parco Nazionale del Vesuvio, estendendosi fino a Sant’Antonio Abate. A questo primo tassello si è affiancata poi la costituzione dell’APS Campania Vision e Progetti, con l’obiettivo di trasformare la dorsale appenninica in un laboratorio di coesione tra territori, operatori e comunità locali.
Ma è soprattutto l’appello lanciato da Iengo a distinguersi per concretezza e lungimiranza: “Creiamo una Rete delle Reti”, ha detto, proponendo un patto stabile tra tutti i soggetti coinvolti nei percorsi di valorizzazione culturale e spirituale, per evitare che ogni realtà resti un’isola a sé. “Da soli ognuno forma un arcipelago, insieme una Penisola” – ha chiosato, con una frase destinata a diventare manifesto operativo.
Il Tavolo ha restituito, nel complesso, una visione concreta di sviluppo: mappatura dei cammini religiosi, rigenerazione dei borghi, coinvolgimento delle comunità locali, network tra cultura, spiritualità e ambiente. Tutto in un’ottica profondamente legata agli Obiettivi dell’Agenda 2030, che restituiscono senso e direzione a un turismo sempre più consapevole, partecipativo e trasformativo.
Questa edizione degli Stati Generali si conferma dunque come uno snodo strategico per la Campania, regione che oggi più che mai ambisce a essere modello di innovazione culturale e turistica, capace di coniugare memoria e modernità, visione e radicamento, tradizione e futuro.
L’auspicio è che questo cammino non si fermi all’elaborazione delle proposte, ma si trasformi in politiche pubbliche integrate, strategie operative condivise e azioni concrete sul territorio.