Sarà stato anche tradito da Gravina, che l’ha praticamente esonerato a poche ore dal match contro la Moldavia. Eppure Luciano Spalletti resta una persona coerente con i suoi princìpi, etici e calcistici. Perciò, per la sua ultima panchina, allena come se stesse costruendo la squadra del futuro. Invece di doverla lasciare a qualcun altro dopo la gara di Reggio Emilia. L’idea del commissario tecnico, dunque, rimane quella di insistere su Giacomo Raspadori come anello di congiunzione tra il centrocampo e la prima linea. Così la struttura dell’Italia può adattarsi continuamente all’atteggiamento tattico dell’avversario, permettendo all’attaccante del Napoli di associarsi con Retegui. Oppure stringendo e allargando a piacimento la posizione, con l’intenzione di ricercare lo spazio migliore dove ricevere liberamente.
La batosta subita in Norvegia mette la Nazionale spalle al muro, costringendola a vincere per evitare di alimentare ulteriormente polemiche e malumori. Premessa tutt’altro che benaugurante, poiché in questa fase della stagione la squadra appare indubbiamente stanca nella testa e nelle gambe.
Muovendosi liberamente tra le linee, Raspadori garantisce imprevedibilità alla manovra offensiva, creando azioni potenzialmente pericolose alla retroguardia moldava, troppo statica per limitare gli spostamenti. Inoltre, col suo dinamismo, Jack favorisce il consolidamento del possesso a ridosso della prima costruzione azzurra, quando il pallone lo tiene Ricci, particolarmente a suo agio nella gestione della costruzione bassa, pur mancando di spinta propulsiva e cambio passo.
Rispetto alla partita di Oslo, in cui hanno scarseggiato i movimenti incontro, al “Mapei Stadium” l’Italia ha provato timidamente a saturare i corridoi intermedi. Nonostante la scarsa inclinazione di Tonali e Frattesi ad aggredire la mediana altrui, incapaci di smarcarsi in verticale sulla trequarti, nel primo tempo gli uomini di Spalletti sono riusciti a risalire il campo proprio grazie alle soluzioni interne del folletto napoletano. Sua la giocata virtuosa, all’interno di uno scenario che sembrava non voler accettare il compromesso tra il giropalla lento, ed il ritmo compassato, che sblocca la partita: Raspadori ha abbastanza coraggio per azzardare subito il tiro al volo, al culmine di un’azione avvolgente.
Se l’intensità è una chimera, bisogna rimediare in qualche maniera, magari attraverso i cambi. La ripresa, infatti, si apre con gli ingressi di Barella – che si piazza in regia, in luogo di Ricci -, e Orsolini nel ruolo a lui congeniale di esterno alto a destra, con Cambiaso dirottato sulla fascia opposta. Una piccola scossa, che svicola finalmente Frattesi, favorendone gli inserimenti a sostegno dell’attacco. E permette al bolognese di ricevere aperto alla massima ampiezza, sviluppando trame con precisione e sicurezza in collaborazione con Di Lorenzo. A quel punto, l’Italia si è ritrovata spesso in superiorità numerica lateralmente. Non a caso, il raddoppio è frutto di un isolamento di Orsolini, che ha un gusto unico per isolarsi in fascia e strappare. Nella sua versione ideale, l’uno contro uno è irresistibile: il bolognese si esprime in modo creativo, ci mette velocità e tecnica. Servendo un assist perfetto per Cambiaso.
Trascurando il fatto che per larghi tratti la Moldavia ci ha letteralmente palleggiato nei denti; oltre ad aver sfiorato la rete con una manovra convincente, priva solamente di una efficace rifinitura per fare veramente male, è giusto sottolineare che probabilmente, un allenatore come Spalletti, per carisma e storia personale, meritava un saluto diverso, specialmente sul piano dell’impegno collettivo. Ma questa Nazionale nient’affatto spregiudicata non riesce a fargli dimenticare tutte le contraddizioni che hanno caratterizzato la sua gestione, tra penuria di talento individuale e mancanza di entusiasmo. Sperando che il prossimo c.t. sia in grado di fare un po’ meglio. Ad oggi, pare davvero complicato riuscire a trovare l’equilibrio tra i presunti fenomeni convocati finora ed eventuali new entry nel gruppo, necessario a formare un corpo unico che metta la Nazionale in condizioni almeno di accedere ai playoff.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
LEGGI ANCHE: