Un evento memorabile, partecipato e vissuto con entusiasmo e senso di responsabilità. Così il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha descritto la grande festa scudetto che ha trasformato il lungomare partenopeo in uno stadio a cielo aperto, animato da circa 200mila persone arrivate da tutta la Campania per celebrare i campioni d’Italia. “È andato tutto bene perché dietro questo evento c’è stata un’organizzazione delle varie istituzioni che ha funzionato”, ha spiegato il prefetto, sottolineando il lavoro intenso di centinaia di uomini delle forze dell’ordine. “Alle quali va il mio sentito ringraziamento”, ha aggiunto, senza dimenticare i vertici di polizia, carabinieri, guardia di finanza, polizia locale e metropolitana, ma anche Comune, Regione, Asl Napoli 1, volontari e operatori della comunicazione. “Napoli ha dimostrato di essere una grande città, con la vocazione a essere capitale del Mezzogiorno”.

Un clima di festa, dunque, in cui anche qualche piccola “sbavatura”, inevitabile secondo il prefetto “nella legge dei grandi numeri”, non ha intaccato il senso complessivo di un evento vissuto in modo positivo. “Da questa sera si torna al lavoro – ha concluso – con l’impegno e il metodo di sempre: concertazione e decisioni condivise con tutti i livelli istituzionali”.

Momento clou della giornata è stata la lunga parata dei due bus scoperti con a bordo la squadra del Napoli, protagonisti assoluti della celebrazione. In piazza Vittoria, il corteo ha rallentato per permettere ai calciatori di condividere un momento di pura esultanza con i tifosi, in mezzo a fumogeni azzurri e cori da stadio.

Antonio Conte, visibilmente emozionato, ha alzato la coppa scudetto e si è unito ai canti delle curve insieme a Raspadori, Meret, Juan Jesus e soprattutto Matteo Politano, che ha guidato la festa con un megafono in mano. A bordo del bus anche Aurelio De Laurentiis, che muoveva le mani come un direttore d’orchestra, simbolicamente alla guida di un evento sentito e spettacolare.

Le famiglie con bambini, i giovani e gli ultras: tutti uniti nella festa, sul lungomare che per un giorno è diventato lo stadio più grande e più bello d’Italia, affacciato sulle acque del Golfo. Un momento di gioia collettiva che ha confermato, ancora una volta, la passione e l’identità profonda di una città che vive di calcio e ne fa motivo d’orgoglio.

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