“Non credo che i Comuni abbiano motivo di lamentarsi. I sindaci con cui parlo settimanalmente mi confermano che mai prima d’ora c’è stata così tanta attenzione da parte di un governo nazionale”. Così il ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, ha risposto ai giornalisti intervenendo a Sorrento durante la due giorni “Verso Sud” promossa da The European House – Ambrosetti, replicando alle perplessità espresse da alcuni amministratori locali dell’area flegrea in merito allo stato di emergenza per il bradisismo.
“Mi piacerebbe che ne parlassero con me e non attraverso la stampa – ha aggiunto Musumeci –. Ho avviato questa macchina un anno e mezzo fa, tre giorni dopo aver incontrato i sindaci. Ogni provvedimento è stato portato avanti d’intesa con Regione Campania, Città Metropolitana e i Comuni di Pozzuoli e Bacoli. Bisogna proseguire così”.
Il ministro ha poi chiarito il senso dello stato di emergenza, evidenziando che non rappresenta “l’apertura della cassaforte”: “I fondi ci sono già, 530 milioni stanziati da un anno e mezzo, mai visti prima nei Campi Flegrei. Il problema è spenderli, mettere a terra le risorse. Lo stato di emergenza serve a snellire le procedure, non a moltiplicare i fondi”.
Musumeci ha ribadito l’importanza della convivenza con il rischio sismico nell’area: “Le scosse ci sono state per millenni e continueranno ad esserci. Il rischio zero non esiste, né ai Campi Flegrei né altrove. Il nostro obiettivo è ridurre l’esposizione al rischio, ma la messa in sicurezza richiederà anni, anche con lo stato di emergenza”.
Interrogato sulla costruzione edilizia in zona vulcanica, il ministro ha parlato senza mezzi termini: “Io una casa nel cratere di un vulcano non la costruirei. Ma ormai ci sono interi quartieri sorti in aree ad altissimo rischio, come qui e sull’Etna. Chi ha autorizzato quella selvaggia urbanizzazione, oggi probabilmente non è più tra noi. Dobbiamo prenderne atto e lavorare per ridurre la vulnerabilità”.
Infine, ha lanciato una critica all’“ambientalismo integralista” che, a suo dire, bloccherebbe ogni intervento nei porti turistici del Sud: “Se non si supera questa ideologia, alcune regioni si troveranno presto con un tasso di povertà raddoppiato. Ogni posto barca è economia per il territorio, e nel Sud ne mancano 50 mila”.