Le prime verifiche tecniche seguite alla forte scossa di terremoto registrata ieri poco dopo mezzogiorno nell’area dei Campi Flegrei hanno dato risultati rassicuranti. Lo ha riferito il prefetto di Napoli, Michele di Bari, al termine della riunione del Centro di coordinamento soccorsi, convocato per monitorare la situazione e supportare la popolazione.
“Le ispezioni svolte dai vigili del fuoco e dalla Città metropolitana su scuole e strutture pubbliche stanno dando un esito abbastanza rassicurante. Non sono emersi danni rilevanti – ha spiegato il prefetto – se si escludono un costone sotto osservazione e un rudere crollato”. Venti gli interventi dei vigili del fuoco già effettuati, un numero che potrebbe salire con il passare delle ore. Il Centro di coordinamento resterà convocato in via permanente, ha aggiunto di Bari, per garantire continuità nell’assistenza alla popolazione.
Attivate le aree di attesa e accoglienza nei comuni di Napoli, Pozzuoli, Bacoli e Monte di Procida, così come predisposto anche dalla Regione Campania. A Napoli sono state riaperte l’ex sede della Nato a Bagnoli e un centro in via Terracina, ma al momento nessuno vi si è recato.
Sul fronte infrastrutturale, anche l’Anas ha completato le ispezioni previste dal protocollo per terremoti, confermando che non sono stati rilevati danni strutturali né anomalie sulle principali arterie stradali. I controlli hanno riguardato, tra le altre, la statale 7 Quater Via Domitiana, la 686 di Quarto, la 162dir, la 162nc e la 268 del Vesuvio, estendendosi anche alla 145 Sorrentina nei territori di Sorrento, Vico Equense e Pompei. La circolazione è regolare.
Ma se le istituzioni parlano di un bilancio contenuto, tra i cittadini di Pozzuoli cresce il malcontento. In molti lamentano l’assenza di assistenza concreta, in particolare gli anziani e le persone fragili. “All’epoca del bradisismo degli anni ’80 ci sentivamo più protetti – racconta una donna seduta su una panchina nei pressi di Villa Avellino – ora ci sentiamo abbandonati. Il sindaco ha aperto un centro a Monteruscello, ma come ci arriviamo senza auto? Qui non c’è neanche una tenda”.
Anche Giuseppina, una residente invalida, esprime la sua frustrazione: “Io abito al primo piano, ma ci sono tre scalinate. Mi devono quasi prendere in braccio per uscire. Al Palatrincone ci sono solo brandine scomode. Il sindaco dovrebbe prendere esempio da quello di Bacoli, che ha attrezzato un rifugio con letti veri”.
Un altro cittadino racconta di essere tornato a casa da poco dopo due mesi di lavori per riparare il proprio palazzo, sgomberato dopo precedenti scosse: “Abbiamo speso di tasca nostra per mettere in sicurezza l’edificio, ora ricomincia tutto. La paura per i bambini è tanta”.