di Michele Vidone

Tra il 2011 e il 2024 dall’Italia sono emigrati 630mila giovani tra 18 e 34 anni, soprattutto dal Nord (49%) e dal Mezzogiorno (35%), con un saldo netto negativo di 441mila. Nel solo 2024 sono partiti 78mila giovani, con un saldo di -61mila. La quota femminile nel 2024 è 48,1%, più alta della media del periodo, con picchi nel Nord-Est. Le regioni con più donne tra i migranti sono Alto Adige, Trentino e Marche, mentre le più basse sono in Campania, Puglia e Sicilia.

Tra il 2022-24 i laureati sono il 42,1% (in aumento rispetto al passato): sopra il 50% Trentino e Lombardia; valori minimi in Sicilia e Calabria. Le donne laureate sono il 44,3%, più dei maschi (40,1%), con differenze maggiori nel Mezzogiorno, dove le giovani più istruite emigrano per ridurre il divario di genere.

Il valore del capitale umano perso dall’Italia tra 2011-24 è stimato in 159,5 miliardi di euro, con Lombardia, Sicilia e Veneto in testa. Le principali destinazioni dei giovani italiani sono Regno Unito (26,5%), Germania (21,2%), Svizzera, Francia e Spagna. L’Italia attrae dall’estero solo l’1,9% dei giovani migranti dei Paesi avanzati.

Nei movimenti interni, nel 2011-24 il Mezzogiorno ha perso 484mila giovani a favore del Centro-Nord: soprattutto verso Nord-Ovest (240mila) e Nord-Est (163mila). La regione che perde di più è la Campania, seguita da Sicilia e Puglia, mentre la Lombardia è la principale Regione di arrivo.

Il capitale umano giovane trasferito dal Mezzogiorno al Nord vale 147 miliardi, di cui 79 dai laureati. La Lombardia ne riceve 76 miliardi, mentre la Campania è la regione che ne perde di più (59 miliardi).

Tutti questi dati sono stati raccolti nell’ultimo, preoccupante, rapporto del CNEL.

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