Nessuno vuole e può dimenticare le 39 vittime dell’Heysel, ora a Torino ci sarà anche un memoriale dedicato alle vittime intitolato ‘Verso Altrove’, realizzato dall’artista Luca Vitone e curato da Luca Beatrice, il presidente della Quadriennale di Roma e a lungo alla guida del Circolo dei lettori di Torino, morto improvvisamente nel gennaio scorso.
E’ stato inaugurato nella cittadella della Juve, tra lo Stadium e il quartier generale della Continassa, e ha permesso di riunire il club bianconero e il Liverpool, rivali in quella drammatica notte del 29 maggio 1985 nella finalissima di Coppa dei Campioni.
Erano presenti, tra gli altri, John Elkann, ad di Exor, azionista di maggioranza del club bianconero, il presidente Ferrero, l’ad Scanavino, il dirigente Giorgio Chiellini (mentre il grande assente il dt Giuntoli), Con loro una folta rappresentanza dei Reds capitanata dall’ex calciatore Ian Rush e le istituzioni rappresentate dal sindaco di Torino Stefano Lo Russo e il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio.
“E’ la giornata del ricordo, è importante ricordare ciò che è successo 40 anni fa e mostrare vicinanza a chi era lì e alla Juve” le parole di Elkann, subito dopo il taglio del nastro dell’opera. “Si tratta di qualcosa di presente e perpetuo nel cuore della Juve, vicino al nostro stadio e alla nostra sede, perché non vogliamo mai dimenticare questo evento – il commento del numero uno del club, Ferrero – quella che doveva essere una notte di festa si è trasformata in una notte di lutto e terrore: abbiamo lavorato molto sulla sicurezza negli stadi”. Ed è un concetto espresso a più riprese anche da Paolo Garimberti, presidente dello Juventus Museum: “Ci vogliono educazione nei tifosi e impianti più moderni e sicuri, anche se in Italia la maggior parte è dell’epoca fascista o degli anni Novanta – ha dichiarato – e così non si può reggere alla sicurezza, anche recentemente ci sono stati episodi che dimostrano che il tifo violento non è stato estirpato del tutto”.
Poi ci sono le testimonianze di chi ha giocato quella finalissima sul campo dell’Heysel: “Fu un prepartita difficoltoso perché il riscaldamento si prolungò nel tempo e vedevamo i nostri tifosi feriti e con le maglie strappate” il ricordo del bianconero Sergio Brio; “Nello spogliatoio non sapevamo cosa stesse accadendo, abbiamo saputo la verità soltanto dopo la partita” spiega Rush. L’ex difensore della Juve, inoltre, ne approfitta per “precisare una cosa importante sulla scelta di scendere dall’aereo con la coppa in mano – dice di fronte al memoriale – perché fu una decisione della società e di Boniperti: è stata molto criticata, ma la difendo perché è stato il modo per onorare i nostri tifosi scomparsi”. Infine, c’è stata la richiesta di Emilio Targia: “Un minuto di silenzio prima di Psg-Inter” l’appello all’Uefa da parte di uno dei sopravvissuti alla tragedia in vista della prossima finale di Champions.