di A. Piccirillo

Buenos Aires – In un’epoca in cui la memoria sembra affievolirsi sotto il peso dell’indifferenza, la scrittrice italo-argentina Beatriz Alejandra Tabaracci riapre una delle ferite più profonde della storia sudamericana con la sua toccante trilogia “1145”. Nata a Buenos Aires nel 1972, in piena dittatura militare, Tabaracci intreccia la sua esperienza personale e quella collettiva del suo Paese in una narrazione potente, capace di attraversare il tempo e lo spazio.

Il cuore della trilogia è il dramma dei “niños desaparecidos”, i bambini sottratti alle famiglie durante il Processo di Riorganizzazione Nazionale (1976–1983), periodo in cui oltre 30.000 persone furono fatte sparire dal regime militare argentino. Attraverso la voce giovane e curiosa di Cameron, una ragazza di quasi quindici anni, l’autrice ci guida in un percorso di scoperta e consapevolezza, in cui il passato torna a bussare con forza.

Il primo volume, 1145: La Scoperta, si apre con una Buenos Aires apparentemente tranquilla. Cameron è alle prese con la scuola, gli amici, la famiglia e l’organizzazione della sua festa di compleanno. Ma tutto cambia quando incontra Prescott, enigmatico personaggio che le svela una verità sconvolgente legata al suo passato. La città si sdoppia: sotto la superficie della normalità, si nasconde una realtà fatta di silenzi e segreti.

Nel secondo libro, 1145: La Ricerca, la trama si infittisce. Cameron parte per l’Europa sulle tracce del padre di Prescott, portando con sé il peso di una storia che continua a emergere con tutta la sua drammaticità. È un viaggio fisico ma anche interiore, pieno di pericoli e rivelazioni, che la avvicina sempre di più al cuore del mistero.

Con 1145: L’Inizio, ultimo volume della saga, Cameron è ormai consapevole del ruolo che le è toccato in sorte: rompere il muro dell’omertà, far luce sulla verità e restituire dignità alla memoria. Ma a quale prezzo? Il romanzo assume i toni di un thriller, intrecciando storia e suspense, mentre la protagonista si trova minacciata da forze che vogliono tenere il passato sepolto per sempre.

La trilogia di Beatriz Alejandra Tabaracci è molto più di una saga per ragazzi o un romanzo storico: è un atto di resistenza culturale. Con uno stile coinvolgente e un impianto narrativo solido, l’autrice ci ricorda che la storia, anche quella più dolorosa, va conosciuta, raccontata e tramandata. Perché solo così i desaparecidos continueranno a vivere: nelle parole, nella memoria e nella giustizia.

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